Bergomi e Garosio raccontano il lavoro
di Davide Vedovelli

Torna nel periodo pasquale a Sabbio Chiese un importante appuntamento con la grande arte, che mette a confronto “L’uomo, la terra, il lavoro ed il riposo” della Bassa e della Valle Sabbia


Pasqua e arte a Sabbio Chiese sono ormai diventate un binomio indissolubile. Come ogni anno, durante le festività pasquali, la splendida cornice della Rocca di Sabbio Chiese diventa luogo di arte ed ospita quadri di importantissimi esponenti della pittura italiana.

Per Pasqua 2016 il tema scelto è stato quello del mondo del lavoro. Sarà questo il filo rosso che legherà tra loro le opere di due importanti artisti: Ottorino Garosio e Giacomo Bergomi.

La mostra verrà inaugurata sabato 26 marzo alle ore 16.00 presso la rocca di Sabbio Chiese e sarà ad ingresso libero e gratuito. Interverranno il prof. Alfredo Bonomi e il giornalista Tonino Zana.

Quaranta le opere esposte: 20 del pittore Giacomo Bergomi e 20 di Ottorino Garosio. La mostra offre uno sguardo sul comune universo antropologico del lavoro, della terra, e del riposo degli uomini bresciani appartenenti ai mondi cantati dai pittori, Bergomi con la Bassa bresciana e Garosio con la Valle Sabbia.
Due mondi, quello della bassa e della pianura bresciana e quello della montagna e della Valle Sabbia che si intersecano, che vengono filtrati dallo sguardo di due importanti artisti e poi sintetizzati su tela.


Ottorino Garosio (1904 - 1980)
Presto orfano del padre, decoratore scomparso quarantenne nel 1913, Garosio apprende a Riva, presso Antonio Simeoni, i rudimenti dell’arte come servizio.Ritornato a Vestone, dal 1925 la pittura da mestiere si trasforma per Lui in espressione. La Valsabbia è stata il grande motivo dei suoi colori. Espone per la prima volta a Brescia nel 1934.Il "Cantinone di Tita" di Vestone era la spiaggia frequentata da Garosio e dagli altri artisti. Il dopoguerra non l’ha visto mutato sia nei modi che nel dipingere. Il Suo figurativo, che aveva saltato ogni accademia, sorgeva robusto, istintivo, tramite una mano lesta, abile, pratica di esercizio e soprattutto disponibile alla libertà del , fare arte, mai così ampia come nel ventesimo secolo. Si è salvato insomma dalla scuola mirando costantemente alla gioia della tela colorata e del foglio su cui dipingere.La leggenda di Ottorino si alimenta nella vita quotidiana: i vecchi in tabarro e cappello sugli occhi, il camino acceso, i contadini a vangare, le donne al lavatoio, le nature morte, la neve, l’autunno acceso e inebriato, i paesaggi, gli autoritratti fieri e riflessi.

Giacomo Bergomi (1923 - 2003)
Con grande registro cromatico, ha colto, penetrato e trattenuto nel nitido segno della sua opera lo spessore della sua terra e la vibrazione interiore di uomini e di donne della contea di Barco, della bassa bresciana e dei contadi del mondo, che ne hanno vivificato i colori.
Mai domo ha tratto, da viaggi immaginifici nelle culture altre e nello spazio planetario, inquietudini e suggestioni rapprese, quasi raggrumate, in una tavolozza incantata.
Desideroso di donarci non solo le vivide emozioni delle opere, ma anche la consapevolezza antropologica, maturata nel nomade peregrinare, ha raccolto, con impegno certosino, gli attrezzi e gli oggetti del suo dialogo intimo con la civiltà contadina, consegnati al Museo Bergomi di Montichiari e Orzinuovi; ha fissato in diapositive e fotogrammi i mille volti delle cascine bresciane per custodirne intatta la trama; ha elaborato con la cinepresa scampoli di territorio ed ha filtrato gli umori della terra e le scene di vita con la tenacia del contadino.

L'evento è organizzato dall'amministrazione Comunale di Sabbio Chiese con  la collaborazione del Gruppo Giacomo Bergomi, il Comune di Orzinuovi e la Comunità Montana di Valle Sabbia.


Durata della mostra:
dal 26 marzo al 5 maggio 2016

Orari:
Sabato, domenica e festivi dalle ore 14.30 alle ore 18.00

Dove:
Presso il Santuario della Rocca di Sabbio Chiese (Bs)

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