Vendola e cosa è giusto e cosa è sbagliato nella modernità
di Dru

Si possono superare con la tecnica i limiti naturali della procreazione, è giusto superarli? Questo domanda Leretico nel suo ultimo pezzo


Ci dobbiamo primariamente chiedere cosa sono i limiti naturali della procreazione?

Per limite si intende nel pensiero, e quindi in tutto, l'inoltrepassabile, cioè che è impossibile superare.

Ad esempio per i cristiani, ma per chi crede in Dio, in genere tutto può essere nascosto a chiunque, ma è impossibile nasconderlo a Dio, questo il limite, e per un cristiano, ma per chi crede in Dio, si compie vera violenza se si crede di poterlo fare e per ultimo è impossibile farlo.
(la vera violenza è ciò che vuole l'impossibile)

Così chi pone i limiti naturali della creazione intende analogamente lo stesso di chi è cristiano, ma per chi crede in Dio, come di chi crede nella natura: non ci si può pensare nascosti da Dio, o alla natura, per ciò che Dio e la natura limitano.

La tecnica può.
La fede della tecnica è nella capacità di far diventare qualcosa qualcosa d'altro. La tecnica crede nella capacità, nella potenza.
Il suo limite è l'incapacità o impotenza, vero suo limite.

Ora, un essente, qualsiasi sia, anche un utero con il limite naturale della creazione, per la tecnica può essere qualcosa d'altro se, e solo se, è capace, la tecnica, di trasformarlo in qualcosa d'altro.
Cioè un utero senza il limite naturale della creazione, questo l'altro dell'utero con il limite naturale della creazione.

Questa è la potenza, questa la tecnica.
Così anche per Dio, e Dio muore.

Muoiono i limiti, ma i limiti muoiono, nella modernità, nel pensiero moderno, perché e per come nascono nell'antichità o originarietà di questo pensiero, del pensiero moderno.

Morire e nascere è il fondamento della tecnica, del potere.

Un limite, Dio, la natura, non vuol morire e non vuol nascere. Ma oggi, penso che tutti saremo d'accordo, tutte le cose le concepiamo che nascono e muoiono, le creiamo e le distruggiamo, o si creano e si distruggono per altro.
Vengono e vanno nel nulla e se proprio questo nulla non lo sopportiamo, vanno e vengono dal e nel loro esser qualcosa d'altro.

Se sono un uomo in carne ed ossa, quando morirò, o quando passa un attimo, mi ricorderanno o lo ricordo, ma il ricordo non è il sangue e la carne di ciò che ero o era l'attimo.

Nella morte, come nella vita, la tecnica si trova a suo agio, è il giusto.
Giusto significa ciò che è con autorità, si che nella modernità il giusto è ciò che supera ogni limite, perché si mostra, con autorità, che ogni limite è un falso limite, cioè non è eterno sul tempo (storicizzazione).

Sbagliato dunque è il limite.

Ma questo discorso non è qualcosa che possiamo controllare o discutere, credendo di far del giusto l'ingiusto, con un bell'articolo che lo domanda o per una manifestazione pro naturalità e primogenitura del lago.

Questo discorso è la necessità del discorso storico in cui siamo e in cui crediamo.

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