Serle investe in natura
L'amministrazione comunale di Serle, con voto unanime del Consiglio comunale, ha acquistato da privati un’area di ben 500 mila metri quadrati considerata di grande pregio naturalistico e paesaggistico.

In questi tempi segnati da pesanti ristrettezze economiche e dalla ridotta operatività delle amministrazioni locali è normale assistere alle mosse di comuni vendono aree di loro proprietà per «fare cassa». Ma ogni tanto arrivano anche segnali inversi. Da Serle, per esempio.
Qui infatti l’amministrazione comunale ha deciso di farsi e fare a tutti i cittadini un «regalo di Natale», e così il consiglio comunale, con una decisione unanime, ha dato il via libera all’acquisto, dai privati che ne erano proprietari, della «vetta» del paese. Si tratta del monte Ucia, che con i suoi 1.168 metri di altitudine supera tutti i monti circostanti.
Il municipio ha acquisito un’area di ben 500 mila metri quadrati considerata di grande pregio naturalistico e paesaggistico. L’operazione di acquisto è stata discussa in modo approfondito dal consiglio comunale; e alla fine, dicevamo, tutti i consiglieri si sono pronunciati a favore.

«Per il bene del nostro paese - spiega il sindaco Gianluigi Zanola - abbiamo deciso una acquisizione che, oltre a mettere a disposizione di tutti, per il presente e per il futuro, un territorio di indiscutibile valore, va nella direzione della valorizzazione complessiva del nostro paese incentivandone la vocazione turistica, con positive ricadute a tutti i livelli».
L’area appena acquisita è situata interamente al di sopra dei mille metri, e si trova sul confine con i territori comunali di Nave e di Caino, nella zona che dal «Canal del luf» sale verso «Le Colme» fino appunto al monte Ucia, che, come detto, è il più alto di tutti in questa zona.

«Quest’area - sottolineano ancora nel palazzo comunale - è caratterizzata da una fitta vegetazione formata in particolare da grandi e spettacolari faggi affiancati da carpini, cerri, aceri e betulle. Un ambiente quasi incontaminato e molto suggestivo creato dalla sola natura, con la sua forza e il suo lento operare».
Con questa ulteriore acquisizione, il Comune di Serle (che può già «vantare» i 500 ettari del Monumento naturale Altopiano di Cariadeghe) si candida a diventare «la montagna della città», offrendo una grande oasi di verde e di tranquillità a pochi chilometri da Brescia. Una mèta ideale in primavera e in estate. Ma non solo, visto che scolaresche ed escursionisti raggiungono Serle in tutti i periodi dell’anno.

Del resto il Monumento naturale Altopiano di Cariadeghe è un piccolo tesoro per quanto riguarda la conservazione della biodiversità, e in particolare per la microfauna che vive nelle grotte. Proprio per questa ragione, dal 2005 l’altopiano carsico serlese è diventato un Sic (un Sito di importanza comunitaria).
A parte l’importanza del patrimonio boschivo, Cariadeghe offre appunto una ricca ed endemica fauna ipogea, rappresentata in prevalenza da invertebrati. Senza contare, fuori dalle cavità, mammiferi, rettili e anfibi.

Alfredo Laffranchi da Bresciaoggi
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