«Il senso universale dell'essere» secondo Alvaro Cerri
di Cesare Fumana

È in corso in questi giorni presso la sala espositiva del Comune di Gavardo in via Quarena la mostra con le opere di Alvaro Cerri, noto chef del Parco della Fonte e del ristorante Il Mirto di Vallio Terme


«Solo nei volti non corrotti
dalla modernità trovo tracce dell’essenza dell’uomo e come tutti cerco il senso universale dell’esistenza».

I volti di genti lontane sono il soggetto preferito di Alvaro Cerri, che espone i suoi dipinti in una personale dal titolo “Il senso universale dell’essere – tracce dell’essenza dell’uomo”, allestita presso la sala espositiva del Comune di Gavardo, in via Quarena, di fronte al municipio.

Cerri è il noto chef dell’Hotel Parco della Fonte e del ristorante Il Mirto di Vallio Terme, che negli ultimi anni si sta dedicando con passione anche all’arte pittorica, del ritratto in particolare.

I soggetti preferiti dall’artista sono i volti di genti lontane: gli Inuit, indigeni dell’Amazzonia, anziani dai volti scavati dei popoli dell’oriente, gli occhi curiosi dei bambini del Sudamerica. Visi di genti di luoghi non raggiunti dalla modernità, quindi dalla sguardo puro.

Immagini per la maggior parte tratte da fotografie di viaggi compiuti di amici o trovate su riviste, che Alvaro ha deciso di mettere su un foglio, usando una matita nera grassa, raramente utilizzando la tecnica a carboncino.

Altri, invece, sono dei colorati dipinti olio su tela, sempre con ritratti di persone. Fra questi spiccano tre dipinti dedicati al popolo tibetano, un popolo pacifico nonostante sia soggetto a una lunga repressione.

Fra la carrellata di quadri esposti, un’intera parete è dedicata al ritratto di una mano di una persona anziana sofferente: «Sono le immagini delle mani di mia madre nel letto di ospedale, nei suoi ultimi giorni di vita, che mi sono rimaste impresse nella mente». Mani scavate, che esprimono la sofferenza della malattia che lentamente sta portando alla morte. Immagini che possono impressionare, per la cruda realtà della sofferenza che esprimono.

Immagini di sofferenza, che si affiancano poi ad altre immagini sempre di un corpo di donna (delle gambe sinuose, un seno prosperoso) che esprimono invece gioia e vitalità.

Questa di Gavardo è la terza personale di Alvaro Cerri, dopo una prima mostra realizzata a Salò e una in Belgio. Davvero un’occasione unica per scoprire un talento artistico di Alvaro, finora più conosciuto come apprezzatissimo chef in cucina.

La mostra, inaugurata sabato 23 gennaio, rimarrà aperta tutti i giorni dalle 15 alle 20, fino al 7 febbraio.
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