Talpa al lavoro sotto Barghe
di Ubaldo Vallini

Entrano nel vivo e si avviano alla conclusione i lavori per la realizzazione di una centrale elettrica che tornerà a sfruttare l'acqua del Chiese. Costerà 5,5 milioni di euro e al Comune in trent'anni ne andranno tre



Cinque milioni e mezzo di euro, e anche a Barghe la camuna Inbre (Iniziative Bresciane) avrà la sua centrale idroelettrica.
Ci sono voluti otto anni e la conclusione dell’operazione è ormai agli sgoccioli.

Nei giorni scorsi, infatti, è entrata in funzione anche una speciale “talpa” che avrà il compito di realizzare il tratto di condotta in cemento armato che per quasi mezzo chilometro passerà sotto il centro del paese, né più né meno dove un tempo c’era il canale, poi interrato, che alimentava una centrale idroelettrica dismessa quarant’anni fa.
Impianto che occupava lo stabile dove oggi viene ospitato il Centro prelievi utilizzato dalle Avis della Valsabbia.

I lavori sono cominciati all’inizio di novembre, con la posa dei tubi d’acciaio che avranno il compito, insieme al tratto in cemento, di collegare la presa d’acqua in località “Travada” e la nuova centrale, che verrà posizionata al confine fra Barghe e Sabbio Chiese, quattro chilometri dopo, dove l’acqua prelevata a monte verrà restituita al fiume Chiese.

La Inbre, che ha affidato i lavori alla Pac di Capo di Ponte mentre la “talpa” viene gestita dalla “Falce” di Milano e le turbine saranno della Biemme di Cimego, ha dovuto sottoscrivere tre diverse convenzioni: col Comune di Barghe che ospita l’opera, con la Comunità montana per quelle che sono le sue competenze e con il Comune di Sabbio Chiese per le pertinenze di parte del tracciato della condotta.

La più onerosa quella con Barghe, che prevede ogni anno royalty “fisse” per 7 mila euro, più una percentuale sul fatturato derivante dalla produzione di energia variabile a seconda della produzione: 6% fino a 2 Gwh/a, 10 fra 2 e 4 Gwh/a e 14% oltre.
A questo vanno ad aggiungersi 20 mila euro per i sopralluoghi e la supervisione delle poche parti visibili dell’impianto; mille euro a favore dell’attività scolastica; 80mila euro “una tantum” in opere pubbliche.

In trent’anni, la durata della convenzione prima di un’eventuale proroga
, saranno quasi tre milioni di euro, un bel gruzzolo per le risicate casse comunali, col vantaggio della anidride carbonica “risparmiata” garantita dall’idroelettrico.

Massima attenzione anche all’impatto ambientale, pressoché nullo.
Verrà garantito per 3,5 metri cubi al secondo il minimo vitale al fiume chiese e sarà realizzata accanto alla travata una “scala di monta” per i pesci, utilizzabile non solo dai salmonidi, ma anche dai ciprinidi che quando nuotano controcorrente necessitano di risalite ben più più agevoli.

Uniche strutture all’aria aperta, una volta conclusi i lavori, saranno a monte lo sbarramento, che già c’era, ed il bacino di accumulo e di drenaggio della sabbia; a valle del paese la piccola centrale idroelettrica dove entreranno in funzione due turbine capaci di produrre, questo si aspettano i tecnici con l’impianto a regime, 4,5 Gwh/annui.

.in foto: i tubi di cemento che la talpa sta "infilando" sotto il paese; la talpa al lavoro; saldatori al lavoro nei tubi d'acciaio; il riptistino della "travada"

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