E al Maniva? Quattro chilometri di piste
di Ubaldo Vallini

La si raggiunge soprattutto da Collio e da Bagolino sono obbligatori gli sci ai piedi, ma la stazione sciistica del Maniva è l'unica che c'è in territorio valsabbino



Bisogna dire che un inverno senza neve, sulle piste da sci, porta anche qualche vantaggio.
Almeno dal punto di vista della sicurezza: a nessuno verrebbe mai in mente di fare dei fuoripista, ad esempio; e anche il rischio di slavine è nullo.

Detto questo, per davvero, quando arrivi al Maniva, da una parte ti viene la voglia di infilare gli sci ed approfittare dell’abbondante strato di neve che ricopre la pista, giù verso Bagolino; dall’altra ti assale un po’ la malinconia, osservando il resto della montagna brulla e, in modo che appare quasi innaturale, inesorabilmente marrone.

Vinciamo l’inquietudine con il calore di una cioccolata calda al “Dosso Alto”, il ristorante sistemato in mezzo al piazzale 26 anni fa dalla famiglia Rambaldini salita da San Colombano 45 anni fa per occuparsi del “Rifugetto”, allora l’unico locale pubblico presente al Maniva e che oggi funziona alla grande come pizzeria, sempre coi Rambaldini a gestire.

Lì incontriamo Rosa
, la capostipite, che ha dovuto sostituire la presenza del suo Ettore venuto a mancare tre anni fa, con le braccia, la capacità e l’affetto di quattro figli: Nada, Manuela, Miriam e Matteo, a metterli in ordine dalla più grande.
Lavorano tutti lì, lei dà loro una mano quando può.

Inevitabile il riferimento al meteo, decisamente avverso alle aspettative che si possono avere in una stazione sciistica.
Lei però sembra prenderla con filosofia:
«Vede, ci dice, noi quassù ce la facciamo perché siamo tutti in famiglia e conta davvero poco se un anno c’è poca o niente neve, oppure se ce n’è troppa da chiudere la strada.
Certo, quando c’è il piazzale pieno si lavora di più, ma è soprattutto d’estate che lavoriamo bene, quando l’apertura dei passi ci fa diventare luogo di passaggio e luogo ultimo dove arrivare».

Dall’altra parte del piazzale c’è lo Chalet, altro gioiello, insieme al Bonardi, della ricettività “targata” Lucchini.
Lì incontriamo Stefano, in compagnia di Giorgia. Papà Imerio l’ha svezzato alla svelta: dei suoi 27 anni ha la dinamicità unita ad un’invidiabile esperienza.

«Pochi giorni di freddo a novembre ai quali ha fatto seguito un mese di caldo. E noi siamo riusciti ad aprire per Natale e a tenere aperto tutti i giorni: all’inizio con un chilometro e 300 metri di pista che un po’ alla volta sono diventati quattro chilometri, perfettamente innevati» ci dice orgoglioso, certo di aver dimostrato di saper gestire al meglio gli impianti.

E le presenze? «Abbiamo lavorato molto con le promozioni durante l’estate e quelle ci sono tutte – ci dice indicando un pullman in arrivo -, mancano un po’ gli sciatori della domenica e certo, con la neve vera si potrebbe fare molto di più».

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«La neve artificiale ha il vantaggio di essere praticamente già priva di aria.
Se comprimi mezzo metro di neve naturale col gatto per preparate le piste ti rimane ben poco, con pari quantità di quella artificiale ci si scia sopra per mesi, temperatura permettendo».
Parola di Stefano Lucchini, che si occupa degli impianti mentre il fratello Massimo si cura del Bonardi.

Così le piste preparate da Maniva Ski sono in perfetta efficienza.

Ce n’è per quattro chilometri: le due “Persek” da utilizzare con la seggiovia a 4 posti, ma anche parte della “Barard”, il campo scuola “Bagolino” e quello “Baby”.

Mancano ancora all’appello, per rendere completamente sciabile il comprensorio, l’altro pezzo di “Barard”, la “Malga Maniva”, la “Zocchi” e lo “Snowpark”.
Forti sconti per gli skipass, con una tariffa unica: 15 euro per gli adulti, 10 per i bambini.

.in foto: Lo Chalet; la signora Rosa; Giorgia e Stefano; le piste, verso Bagolino.

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