Il giorno dopo
di Ubaldo Vallini

Saranno celebrati in San Giorgio mercoledě alle 14 e 30 i funerali di Andrea Brizzolari e Paolo Zanetti, vittime bagosse della slavina di domenica al Dosso dei Galli. Don Arturo: «Non mettete loro addosso una croce che non meritano».

Si dirada la nebbia e il sole inizia a lambire le cime innevate attorno a Bagolino, il giorno dopo la tragedia. Montagne ingombranti oggi, soprattutto il Maniva, imponente e senza vegetazione, lo si vede da ogni angolo del paese.
Bisogna salire verso la Casa di Riposo, invece, per scorgere le parabole dei radar sul Dosso dei Galli ed indovinare il vallone assassino. Andrea, Fausto e Paolo e erano arrivati lassù il giorno prima dopo un viaggio di circa mezz’ora, con le loro veloci motoslitte.
“Alle 15 e 30 erano ancora fermi in Mandulì, dopo che avevano scaricato le motoslitte nel piazzale del rifugio Barard alla base degli impianti del Maniva per chi sale da Bagolino” ci dice Carlo con gli occhi velati.
Fa parte del Soccorso Alpino ed è stato fra i primi soccorritori ad arrivare in zona, anche lui con una motoslitta, anche lui coordinato dall’Unità di emergenza messa su in poco tempo dal prefetto Francesco Paolo Tronca in persona. Quei tre però erano soprattutto suoi amici.

E’ un parere tecnico quello che gli chiediamo: “No, quella di domenica non era una giornata buona per andare in giro in montagna – ci dice -. Loro però erano tutti esperti, capaci di farle da soli queste considerazioni. Io so che la montagna non se ne va via, la trovi anche il giorno dopo, ma se sbagli una volta non ti perdona”.
In paese fanno fatica a trovare le parole per commentare la tragedia che, come in una grande famiglia, ha coinvolto tutti.

Nessuno nega l’azzardo, tutti però tengono a precisare che gli stessi rischi, quei quattro ed i loro compagni di disavventura, li hanno saputi correre in mille occasioni anche per aiutare gli altri.
Il messaggio è chiaro: nessuna lezione di moralismo è bene accetta a Bagolino. Qui la montagna è vera, il rischio, il pericolo e la tragedia sono sempre in agguato.
Marco Scalvini, il sindaco che per mercoledì ha proclamato il lutto cittadino, ci dice che questa dev’essere un’occasione per riflettere e quando gli chiediamo chi erano questi tre ragazzi non riesce a trattenere lo sconforto che è lo stesso di tutta la comunità: “Erano tre bravi ragazzi, ben inseriti nel tessuto sociale. Si prodigavano volentieri anche in opera di volontariato. Ragazzi capaci di segnare anche il percorso di altri con la loro voglia di vivere”.

Andrea “Bentivoglio” Brizzolari era nato a Bagolino trent’anni fa e qui aveva affondato le sue giovani radici, prima di trasferirsi da ragazzino a Concesio dove possedeva una florida azienda nel settore della lavorazione del ferro. Attività che non gli impediva di trascorrere tutto il suo tempo libero, e anche parte di quello dedicato al lavoro, nel paese natio. Non c’era festa o occasione di divertimento che non lo vedesse della partita: lui c’era sempre, anche e soprattutto quando c’era da sgobbare per organizzare.
Fra i “Mascher”, l’anima dissacratoria del carnevale bagosso, è sempre stato uno dei più attivi. Il periodo che stava attraversando non era dei migliori. La mamma Margherita è scomparsa poco prima di Natale e, in compagnia degli amici come sempre, stava cercando di riprendersi.

Fausto Plodari di anni ne avrebbe compiuti 37 a febbraio ed era un agricoltore della Bassa, accolto a Bagolino come un figlio dai Mora dopo che aveva scelto l’amore per Elena, che sta portando in grembo il suo primo figlio.
Ufficialmente residente a San Paolo dove mercoledì verranno officiati i funerali, stava sistemando la casa per la nuova famiglia.
Con i suoi 25 anni Paolo Zanetti era il piĂą giovane fra le vittime della slavina di domenica ed era anche quello piĂą riservato. Abitava con i suoi in Prada. Con il padre e con il fratello piĂą grande lavorava nella piccola azienda di pulizia metalli.

“Mi raccomando, non mettete loro addosso croci che certo non meritano” ci ha detto ieri don Arturo Viani, il prevosto di Bagolino che mercoledì alle 14,30 officerà i funerali in San Giorgio per Andrea e per Paolo: “Quei ragazzi lo sapevano bene che quel luogo era pericoloso e si erano fermati tutti solo pochi secondi, il tempo di decidere se era il caso di tornare indietro”. Una disgrazia che non meritavano ,insomma, vittime di uno strano caso del destino.
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