Furto e minacce al negozio Mandacarù
di Cesare Fumana

Hanno rotto il vetro di una porta, asportato abbigliamento e il fondo cassa e lasciato scritte minatorie nei confronti dei volontari siglate con una svastica e la firma Rifondazione Forza Nuova


Furto con scritte minatorie. È accaduta la notte scorsa al Mandacarù, un negozio che vende abbigliamento usato, gestito da volontari, che si affaccia su via Terni a Sopraponte di Gavardo.

I ladri, per entrare, hanno sfondato il vetro di una porta. Hanno rovistato nei cassetti del banco alla ricerca di denaro, prelevando poche decine di euro e della moneta rimasta come fondo cassa, poi  hanno portato con sé dei capi di abbigliamento, soprattutto indumenti per bambini e pantaloni da uomo e da donna.

Prima di allontanarsi con la refurtiva, hanno lasciato delle scritte minatorie con un pennarello sul banco. Nella prima si accusa l’associazione di aiutare gli stranieri, con la minaccia: “Colpiremo tutti coloro che aiuteranno gli stranieri”, siglata con una svastica.
E poi ancora: “Questo fatto di protesta da parte di RFN Rifondazione Forza Nuova”.

Costernati per il gesto e nello stesso tempo arrabbiati i volontari che gestiscono il negozio: «Prima di tutto questo gesto e queste minacce non ci fanno paura – riferisce la presidente dell’associazione, Monica Ligasacchi – anche perché questo non è un gesto di protesta ma un furto vero e proprio».

«Poi vorremmo ricordare che con il ricavato della vendita di indumenti, biancheria per la casa e altri suppellettili usati aiutiamo tutti, non solo stranieri: abbiamo fatto donazioni a missionari, ad associazioni presenti sul territorio, scuole materne, ma anche aiutato famiglie in difficoltà, anche di italiani».

«C’è forse una non corretta percezione del nostro operato – ci spiega una volontaria –. Noi non raccogliamo abbigliamento usato per darlo a bisognosi, ma lo mettiamo in vendita a prezzi modici e con il ricavato facciamo beneficenza. Sono 21 i progetti che abbiamo finanziato nel corso del 2015».

«Quando abbiamo iniziato, 12 anni fa, erano soprattutto stranieri quelli che venivano a comprare, visto che qui, ad esempio, si può trovare un cappotto a 5 euro, ma negli ultimi anni, con la crisi, sono molti anche gli italiani che colgono questa occasione».

Dell’accaduto è stata fatta denuncia ai Carabinieri di Gavardo.

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