I vestiti
di Tatiana Mora

Così è iniziata anche quest'anno la caccia all'affare; ci sarà posto nell'armadio per i nuovi capi scontati che riusciremo ad accaparrarci? Chi lo sa. Problemi che sicuramente non erano nemmeno un lontano pensiero nella testa dei nostri nonni...


«Noi di vestiti ne avevamo pochi. Un vestito per la festa durava anni e anni, qualche gonna e qualche camicetta per i giorni feriali...Le scarpe...le scarpe erano un sogno! Nessuno portava le scarpe, se non i signori. Ma erano pochi. Noi portavamo gli zoccoli, quando si andava a scuola; la domenica noi ragazze avevamo...le pianelle.

D'estate molti bambini andavano a piedi nudi. D'inverno c'erano gli “sgalber”.
Certo eravamo calzati alla buona, ma non ci si faceva caso. Il brutto era quando veniva il freddo e la neve.
Tornavamo da scuola in mezzo alla neve...e si correva a casa a cambiarsi, ad asciugarsi, a scaldarsi...perché si avevano sempre i piedi bagnati.
Bagnati e gonfi per tutto l'inverno.

Chi non ricorda di aver avuto i geloni? I geloni erano un tormento! I piedi si gonfiavano e poi uscivano le piaghe...
Anche le mani avevano i geloni! E che male era avere i geloni! Eppure, ad ogni inverno si tornava daccapo...!
Allora non c'erano per i bambini tutte quelle cure che ci sono oggi. Quando nevicava, si usciva a piedi nudi a fare “la stampa” sulla neve. Quando rientravamo, le mamme ci asciugavano: non era una tragedia...». (N. C. R. )

Da questa ricca testimonianza, ricaviamo moltissime informazioni utili su quella che era la situazione dell'abbigliamento all'interno delle famiglie valsabbine; data la povertà generale, si possedevano pochissimi capi molto semplici e spesso realizzati in casa dalle mamme o dalle nonne.
Chi aveva le pecore, aveva la lana, la filava e realizzava maglioni, calze, sciarpe...l'alternativa era acquistare tessuti o matasse di cotone presso i negozi di scampoli per fare dei vestiti per la propria famiglia.

Ovviamente vigeva molto la politica del riciclo e del riuso cosicché, dato che, in linea di massima, si avevano molti figli, i vestitini passavano da uno all'altro.
L'indumento che differenziava maggiormente gli uomini dalle donne dal momento che solo i primi potevano indossarli, erano i pantaloni; infatti, le donne portavano sempre e solo gonne o abiti.

Per ripararsi dal freddo, molto diffuso era l'uso dello scialle per le donne e delle mantelle per gli uomini; le donne, inoltre, soprattutto quelle che portavano i capelli lunghi, erano solite raccoglierli a crocchia sulla nuca e coprirli con un velo o un fazzoletto quando entravano in chiesa (segno di rispetto) o lavoravano nei campi.

M. C. racconta: «Le donne potevano indossare solo le gonne e anche piuttosto lunghe. O vestiti. Mia sorella ha cominciato a 16/18 anni che andava in montagna e si era messa i pantaloni di mio fratello ma mio papà guai...è stata la prima lei a mettersi i pantaloni!» [...]

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