Case cantoniere per il turismo slow
di Fabio Borghese

Nel progetto pilota di Anas, ministero per i Beni Culturali, ministero delle Infrastrutture e Agenzia del Demanio anche tre case dislocate lungo la Gardesana da trasformare in strutture ricettive o per il turismo sostenibile


Disseminate su tutto il territorio nazionale, inutilizzati da tempo, alcune Case cantoniere torneranno a nuova vita. È un progetto pilota promosso dall’Anas, ministero per i Beni Culturali, ministero delle Infrastrutture e Agenzia del Demanio.
Quattro di queste si trovano nel Bresciano, tre dei quali lungo la 45bis Gardesana Occidentale: si tratta delle case cantoniere di Salo, Toscolano Maderno e Limone; la quarta si trova a Ponte di Legno.

Diventeranno edifici strategici dal punto di vista turistico, con un occhio di riguardo al movimento vacanziero sostenibile, quello che non corre e si ferma ad esplorare il territorio, i boschi, le strade secondarie, i borghi nascosti. Rinasceranno insomma come ostelli, ristoranti, locande, b&b, punti informativi, ciclofficine, luoghi di promozione e vendita dei prodotti tipici, starting point per attività sportive e altro ancora.

Questo destino è riservato a 30 delle 1.244 case cantoniere sparse sul territorio nazionale, caratteristici edifici dall’inconfondibile color rosso pompeiano che un tempo erano le abitazioni dei “cantonieri”, figure istituite nel 1830 per mantenere e controllare un “cantone” stradale. Un patrimonio immobiliare in cerca di una nuova destinazione, visto che meno della metà delle case cantoniere (607) sono attualmente utilizzate dall’Anas come sedi operative, magazzini, uffici, ecc. Le altre potranno essere riqualificate.

È per lo meno quanto si prefigge il progetto di recupero e valorizzazione promosso da Anas, ministero per i Beni Culturali, ministero delle Infrastrutture e Agenzia del Demanio, finalizzato a trasformare le vecchie cantoniere in luoghi di valorizzazione e promozione del territorio (lo scorso 16 dicembre la firma dell’accordo alla presenza dei ministri Delrio e Franceschini, del presidente Anas Vittorio Armani e del direttore dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi).

La fase pilota del progetto prevede che, partendo da un primo portafoglio di 30 case, si inizi a riqualificare le strutture, mettendole poi a bando ed affidandole in gestione a privati. Le 30 cantoniere selezionate si trovano soprattutto lungo due direttrici importanti per la vacanza slow: la via Francigena e il tracciato dell’Appia Antica. Ma anche in zone ad alta vocazione turistica, come appunto la riviera bresciana del Benaco e Ponte di Legno. Anas si farà carico della ristrutturazione degli immobili e definirà gli standard di servizi che potranno ospitare.

Secondo il progetto dell’Anas ogni casa cantoniera potrà offrire una serie di servizi “base” con una qualità e un costo standard, a cui si aggiungerebbero altri servizi e beni specifici della struttura e del territorio. La gestione dovrebbe essere un’opportunità per giovani imprenditori selezionati sulla base della capacità e dei progetti.

Tutte le info sul sito www.casecantoniere.it.
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