Free Voices Gospel Choir in concerto
di Redazione

Questa sera di Santo Stefano nella chiesa di Santa Maria a Gavardo protagonista sarà il coro gospel torinese con un coinvolgente concerto di Natale


Per gli appassionati del gospel questa sera a Gavardo c’è un concerto da non perdere. Alle 20.30 nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, ci sarà il concerto del Free Voices Gospel Choir, diretto dalla maestra Laura Robuschi.

Il Free Voices Gospel Choir nasce nel 1997 a Beinasco (TO). L'attuale formazione conta 70 coristi divisi in quattro sezioni vocali, tre ballerini e una band di sei musicisti che accompagna dal vivo ogni spettacolo.

Tante voci dunque, ognuna diversa come diverse sono le esperienze, la storia e il sentimento religioso di ciascuno dei coristi, eppure un unico canto animato dalla passione comune per un modo di fare musica che vuole essere in primo luogo messaggio di fede e di speranza.

Per il Free Voices, la musica, le voci, la danza e persino gli abiti e le luci, sono strumenti per il raggiungimento di un unico obiettivo: trasmettere l’emozione di "fare Gospel", sentito come canto di gioia che vive nella continua sinergia tra coro, musicisti e platea, per un unico emozionante “spettacolo” in cui nessuno è spettatore.

Ancorato a questo modo di “fare Gospel”,  dalla sua formazione ad oggi, il Free Voices si è impegnato in oltre quattrocento esibizioni sostenendo e facendosi promotore di numerose iniziative di solidarietà. Un "tour" ricco di incontri e contatti che hanno determinato la crescita umana e artistica del gruppo, formando la sua vivace "personalità", vicina alla più antica tradizione del Gospel e allo stesso tempo tesa alla ricerca di nuove sonorità.

«Noi ci chiamiamo Free Voices, in Italiano: Voci Libere – fanno sapere i protagonisti –. Questo nome non è stato scelto a caso dai nostri "fondatori".. O forse, si potrebbe dire, non è un caso che sia arrivato alle loro menti. Voci Libere, voci che cantano libere e per la libertà. Ma quale libertà? Forse quella libertà per cui cantavano le popolazioni africane nei campi di prigionia e per la quale questi splendidi canti sono nati.
Quegli uomini e quelle donne cantavano e pregavano, trovando nel canto il conforto e pregando perché un giorno quelle catene potessero scomparire per sempre. Con il tempo lo Spiritual è diventato Gospel e in un tempo più vicino a noi il canto di disperazione è diventato canto di gioia. E così, oggi noi facciamo Gospel. Ma non è cambiato molto rispetto al passato perché, proprio come allora, nella gioia del canto troviamo riscatto, fosse anche solo per il tempo di una canzone, da tutte le possibili prigionie in cui viviamo, e nella preghiera chiediamo la forza per riuscire ad essere ogni giorno un pochino più liberi..... ogni giorno un pochino più “free”!».
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