Il contagio della paura
di Dott.ssa Annalisa Croci

Eventi traumatici e negativi, come quelli accaduti nei giorni scorsi a Parigi, evocano timore e paura. Spesso lo stato d’animo della paura rende più attiva la persona nei confronti dell’ambiente esterno. Ma se la paura è collettiva e riguarda tutta la popolazione?


La paura è un’emozione immediata, necessaria, ma se è costante diviene negativa; paralizza tutte le attività della persona, inibisce il pensiero e ne altera la quotidianità.
Spesso la paura ha effetto contagio, ossia si espande all’intera popolazione, ciò accade a seguito di crimini o disagi ad una Nazione, o come dopo gli accadimenti drammatici in Francia.

L’emozione della paura collettiva inizialmente è giustificata da un evento ambientale ed è uno strumento di adattamento; infatti lo stato d’allarme attiva l’organismo, rendendolo vigile e pronto a rispondere ad ogni evenienza e necessità. Il timore può divenire disfunzionale quando non è più motivato da un pericolo esterno, ma piuttosto da una preoccupazione interiore, un conflitto inconscio proiettato su oggetti esterni.

Il senso di paura collettivo, sembra legato al timore di perdere il controllo e di non riconoscere più i luoghi, le  cose e quello si credeva fosse certo e scontato, come se improvvisamente tutto sparisse e si avvertisse solo il vuoto: scenari scuri e traumatici.
La paura collettiva fa chiudere la mente e non consente di attivare la ripresa, fa sentire circondati da un mondo ostile che spinge all’isolamento, alla perdita della creatività e capacità di pensiero. La paura collettiva diviene una modalità di pensiero paranoica e pessimista, così ogni cosa e ogni evento viene ricondotto ancora ad un trauma subito.

Lo stato d’allerta è costante e si crede che ancora “ qualcosa di brutto “ dovrà accadere; si vive in attesa timorosa e persistente di eventi negativi e questo stato continuo interferisce con la percezione e con la valutazione reale degli eventi.
Le paure di massa riguardano: malattie, guerre, disastri ambientali ed ecologici; esse sono collettive, ma riguardano anche l’esistenza del singolo individuo, cioè quella della propria incolumità. Quindi la paura collettiva rimanda all’integrità della persona, ad aspetti riguardanti la salute e spesso a conflitti del suo mondo interno .

E’ importante imparare a  convivere con le proprie paure e cercare di conoscerle, perché esse siano meno limitanti e si riesca così a ridimensionare l’allerta. Conoscere le paure significa distinguere ciò che è reale da ciò che spaventa e preoccupa, sia per la persona che per la collettività.
È necessario quindi fronteggiare l’emotività, che in questi casi diventa senza controllo: la paura resta per molto tempo nei pensieri e nelle azioni del singolo e di molti. Un augurio a tutti è quello di recuperare la fiducia e di sperare nella ripresa della quotidianità.



Dott.ssa Annalisa Croci
PSICOLOGA E PSICOTERAPEUTA
Cel. 334/2357696
www.ascoltopsicologo.it

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