Come schiavi a Muscoline
Nel mirino dei carabinieri di Salň il volantinaggio porta a porta da parte di pakistani clandestini, sfruttati dai loro connazionali. Fra gli arrestati, uno era stato colpito da mandato di cattura internazionale per la tratta di esseri umani.

Mercanti di uomini. Sfruttatori del lavoro clandestino di persone costrette ad accettare qualsiasi condizione pur di portare a casa pochi euro, dopo ore e ore in giro per la provincia a distribuire volantini pubblicitari.
Pakistani che si approfittano di altri pakistani, della loro paura di essere scoperti e fatti rimpatriare, in un Paese che sta vivendo una grave crisi interna, sotto la costante minaccia del terrorismo.
Sono stati individuati dai carabinieri della Compagnia di Salò, al termine di un’indagine durata qualche settimana, dopo che in zona era stato notato un furgone bianco dal quale erano stati notati scendere diversi stranieri con pesanti zaini sulle spalle, pieni di fogli di carta patinata da distribuire nelle cassette della posta delle case.

Dopo una serie di appostamenti, i militari sono riusciti a rintracciare il Ford Tranist bianco aggirarsi per Muscoline e l’hanno seguito. Attorno alle due del pomeriggio di venerdì hanno deciso di intervenire e di bloccare chiunque fosse all’interno: innanzi tutto l’autista, e poi gli uomini che stavano viaggiando stipati all’interno del furgone, tra i pacchi di volantini che erano all’incirca diecimila.
Sette in tutto gli uomini fermati. Tra loro due irregolari, mentre gli altri erano muniti di visto. Gli uomini dell’Arma hanno effettuato gli accertamenti Afis su tutti i fermati e hanno così scoperto che uno dei sette, A.S. di 40 anni, domiciliato a Ospitaletto, era colpito da un ordine di cattura internazionale datato 23 novembre 2006 emesso dal Tribunale pakistano di Gujranwala per tratta di esseri umani. Un provvedimento accertato tramite contatto con l’Interpol, e per lui sono quindi scattate le manette.

L’autista del furgone, M.A. di 50 anni, residente a Gussago, è stato invece arrestato per favoreggiamento della presenza di clandestini nel territorio italiano e per il loro sfruttamento.
Al vaglio degli investigatori è ora il rapporto tra i due uomini, per verificare se il quarantenne accusato di essere un trafficante di uomini fosse o meno coinvolto nella sfruttamento dei connazionali per la distribuzione delle pubblicità.
I carabinieri, coordinati dal capitano Pietro D’Imperio, hanno poi ascoltato singolarmente e con l’aiuto di un interprete, gli altri cinque uomini trovati sul Transit, ed è così emersa una realtà di lavoro nero piuttosto dura, ma che rappresenta un fenomeno sempre più diffuso: i cinque uomini, di un’età compresa tra i 43 e i 30 anni, erano infatti costretti a lavorare per 8, anche 10 ore al giorno, per una paga di 10 euro, anche se inizialmente ne erano stati pattuiti 25 (sempre al giorno naturalmente).
I due risultati clandestini sono stati colpiti dal provvedimento di espulsione, mentre gli altri tre sono stati lasciati liberi, mentre per i due arrestati si sono aperte le porte del carcere di Canton Mombello.

Daniela Zorat dal Giornale di Brescia
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