In piazza per dire no al terrore
di Jessica Freddi

C'erano tutti in piazza a Gavardo, senza divisioni di partito, per ribadire che "liberté, egalité e fraternité" sono valori comuni e irrinunciabili



Come ricordato, a gennaio Gavardo era stata cornice della fiaccolata contro il terrorismo, ai tempi tenutasi dopo l’attentato alla sede del giornale satirico francese Charlie Hebdo, nella cui redazione erano morte dodici persone.

Nessuno si sarebbe mai aspettato di dover ripetere questa iniziativa di solidarietà così presto.
Ma così non è stato e ieri sera erano davvero in molti, la fiaccola in mano, simbolo di una pace che sembra ormai davvero lontana dopo i recentissimi attacchi terroristici del 13 e 14 novembre a Parigi.

Il suono sordo del tamburo a scandire i passi lenti e silenziosi della folla, moltissime fiammelle nel buio hanno accompagnato questa sera chi ha partecipato alla fiaccolata a Gavardo, dalla piazza del municipio a piazza Aldo Moro, dove la manifestazione si è fermata, per osservare qualche minuto di silenzio e poi intonare un canto di preghiera.

Presenti le forze dell’ordine, i volontari della Protezione Civile, le istituzioni comunali, la banda e, al centro del corteo, dopo il tricolore francese, anche una rappresentanza del Centro islamico di Gavardo.

C’erano davvero tutti, ed è questo forse il vero spirito di iniziative simili.

Dopo questi avvenimenti infatti scatta sempre anche la polemica: a cosa serve la fiaccolata, a cosa serve accendere una candela, a cosa fare una marcia commemorativa, a cosa serve cambiare la propria immagine di profilo sui social con la bandiera della Francia o la Tour Eiffel ridisegnata in questi giorni da Banksy?

È più che ovvio che questo non cambierà cosa è successo in Francia, né quello che succede tutti i giorni in molte parti del mondo, come parecchi hanno fatto notare lamentandosi del fatto che nessuno accende candele per tutte le guerre e i morti che ci sono ogni giorno, civili o meno.

Ma la fiaccolata di ieri sera, nel suo piccolo, è stata ciò che serve, la linea che bisognerebbe seguire: un segnale di unione, un gesto positivo, per dimostrare che non sarà così facile piegare ciò che di umano rimane.

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