Il Tre Valli in 40 ore ricordando papà Silvano
di Ubaldo Vallini

Emanuele Cinelli, cittadino che da qualche tempo abita a Prevalle, si sta preparando per affrontare "non stop" l'intero anello di 160 chilometri inaugurato 35 anni fa dal padre



E’ dedicato a Silvano Cinelli il sentiero 3V (Tre Valli bresciane). Venne inaugurato 34 anni fa e proprio in quell’occasione, scarpinando alla Pezzeda, l’indimenticato fotoreporter ed apprezzato alpinista, primo fra i promotori dell’iniziativa, venne a mancare.

In vista della ricorrenza numero 35 di quella “prima” indissolubilmente legata alla tragedia familiare, il figlio di Silvano, Emanuele, oggi 59enne, sta preparando un’impresa: percorrere in un colpo solo i 160 chilometri di tracciato del 3V, che si sviluppa ad anello superando circa 7 mila metri di dislivello “positivo” e che solitamente impegna i camminatori per sette o nove giorni.

L’appuntamento è stato fissato al luglio del prossimo anno.

Emanuele Cinelli partirà dalla Pusterla e camminerà per 40 ore, di continuo giorno e notte, passando per la Maddalena, Colle San Vito e Nave, Conche, Cavallo, Corna Sonclino, Lodrino, Passo Cavada, Vaghezza, Pezzeda, Corna Blacca, Dosso Alto, Maniva, Dasdana, Colombine, Passo delle 7 Crocette, Crestoso, Corni del Diavolo, Muffetto, Monte Campione, Colle San Zeno, Guglielmo, Almana, S.Maria del Giovo, Polaveno, Stella di Gussago, Campiani – per elencare le località e le montagne più conosciute -, fino a Urago Mella.

Tre le molle a spingerlo.
L
a voglia di ricordare il padre e rendergli degnamente omaggio.
Il desiderio di richiamare l’attenzione su quello straordinario percorso che è molto conosciuto da chi pratica la montagna, ma anche poco frequentato.
Il confronto con se stesso: «Non una sfida perché non c’è nessuno da battere, non lo farei. Solo la voglia di mettersi alla prova e di vedere fin dove si più arrivare» afferma Emanuele.

Non ancora ventenne, era stato proprio Emanuele, appassionato camminatore “di cresta”, a segnare sulla cartina i primi tracciati, che poi suo padre e gli amici del Cai di Brescia hanno completato e riunito in un unico progetto.
Eppure il 3V per intero non l’ha mai percorso nemmeno lui.

Da qualche tempo, con un trascorso da alpinista provetto e da istruttore del Cai, Emanuele ha ripreso una frequentazione più assidua della montagna, condividendo la stessa passione con Maria, compagna di vita, e con un gruppo di amici che hanno scelto di vivere in modo più completo il contatto con la natura, tanto che anche i vestiti, laddove è possibile, sono facoltativi.

Come ci si prepara ad un’impresa come questa?

«Camminando tanto e a lungo. Il limite da superare non è tanto quello atletico, ma quello psicologico – ci spiega Emanuele, che abbiamo incontrato nella sua casa di Prevalle -. Certo serve essere in forma, ma si tratta di riuscire ad andare avanti anche quando ogni cellula del tuo corpo non vorrebbe più farlo».

Un’impresa da percorrere in totale autonomia.

Dal punto di vista organizzativo è il fabbisogno di liquidi a preoccupare maggiormente: «Occorrono dieci litri di acqua ed abbiamo già individuato tre punti di rifornimento. Con me avrò cibo energetico, abbigliamento tecnico, gps per dare modo a tutti di seguire il viaggio su internet, uno strumento che rileva i parametri vitali e che mi aiuterà a mantenere il battito cardiaco a cento pulsazioni minuto, scarpe da corsa “pesanti” perché sulle rocce è un attimo farsi del male ai piedi».

Con i vestiti o senza?

«Anche senza, perché no, vedremo».


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