Democrazia, dignità umana e emancipazione sociale
di don Claudio Vezzoli

Oggi assistiamo alla crisi del diritto...


... ce ne rendiamo conto quando si compiono degli atti legislativi, quando un tribunale emette una sentenza, assistiamo al difficile rapporto tra magistratura e potere esecutivo. E ‘ un problema che riguarda non solo il mondo giudiziario ma anche la chiesa.

Tra le luci va evidenziato il fenomeno segnalato molto positivo della accresciuta consapevolezza della dignità e della libertà della persona umana.
Il vero fine sociale è la persona umana, ma tra le ombre si evidenzia la mancata fiducia sulla efficacia delle leggi, incapaci molte volte di tutelare la dignità della persona umana e lo stesso bene della società che non può essere ridotto a solo benessere economico o edonistico dell’individuo.

La dottrina sociale della chiesa insegna che una autentica democrazia è possibile solo in uno stato di diritto e sulla base di una retta concezione della persona umana. In altre parole uno stato di diritto non è quello in cui la volontà del cittadino diventa fonte esclusiva di ogni valore e di ogni verità dell’uomo, di ogni principio morale e di ogni legge, prima di tutto e di tutti c’ è il diritto alla vita.

La democrazia ha bisogno della verità, ed il relativismo e l’agnosticismo non solo la via per garantire una vera democrazia.
Occorre ritornare alle verità trascendenti e al rispetto delle leggi naturali: pensiamo al rispetto della famiglia per esempio , ma ancora all’impegno etico che molte volte è misconosciuto dal legislatore e perciò provoca l’immoralità nella nostra società, dove tutto è lecito e fondato sul proprio “io”.

Il cristiano non guarda agli schieramenti politici, ma guarda in alto per respirare la comunità trinitaria, sa che è proprio nelle fasi di forte crisi, cioè di passaggio, che si aprano spazi inattesi per la messa in cantiere di nuove progettualità.
Il tempo che viviamo è una occasione affinché la nostra associazione possa attingere forza ed energia nella dottrina sociale della chiesa ; essa sa che è importante coniugare gli interessi che rappresentiamo con i valori a cui ci ispiriamo.

La comunità cristiana svolge una funzione importante: quella di coniugare la sua funzione spirituale nella dimensione dell’impegno civile, della partecipazione e quindi della emancipazione sociale, funzione fondamentale per la democrazia.
Da cristiani e cattolici dobbiamo essere costruttori di democrazia, dobbiamo partire dal basso nella logica del dono, testimoniare la visione cristiana dell’uomo, dove l’efficienza non è l’unico criterio di valutazione, dove il cristiano vive e testimonia i valori naturali e cristiani in ogni ambito della propria esistenza.

Siamo consapevoli che là dove c’è la perdita della dignità umana, in ogni sua forma, la verità di Cristo non deve risuonare come dottrina astratta, ma come forma solidale e vissuta nell’amore evangelico.
Ormai il cristiano è impegnato a superare la scollatura tra privato e pubblico che esiste oggi nella società e testimoniare con coraggio la sua fede, missionari in un mondo complesso e pieno di difficoltà, ma è il mondo in cui noi non vogliamo sfuggire ma renderlo un po’ più bello consapevoli di essere il lievito evangelico che fa fermentare la massa.
 
Don Claudio

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