L'ultimo grande abbraccio
di Ubaldo Vallini

In San Giorgio a Bagolino, l'ultimo saluto al grande artista bresciano, animo nobile e profondo. Borghini: «Pensavamo di essere noi a proteggerlo dalle difficoltà della vita, invece era lui a farlo con noi, e continuerà a farlo»



Sono stati celebrati ieri pomeriggio a Bagolino i funerali di Antonio Stagnoli, il decano degli artisti bresciani.
«C’è un suo disegno che mi è caro: rappresenta un uomo che per difendersi dal freddo è avvolto in un mantello, dal quale spunta anche un bambino. Ebbene, Stagnoli per tutti noi è stato come quel mantello, con la sua arte ci ha riscaldati e protetti. Pensavamo con presunzione di essere noi a difenderlo dalle difficoltà della vita. Invece era lui che ci proteggeva e che con la sua arte immortale continuerà a proteggerci».
Con queste parole, fra le altre, Piero Borghini, già sindaco di Milano, ha voluto ricordare la figura dell’amico Antonio Stagnoli.

Dopo di lui ha parlato un collega, l’artista bresciano di Nave Giuseppe Rivadossi, che di Stagnoli ha voluto ricordare l’umiltà, lo spessore umano, la capacità di esprimere a fondo gli aspetti interiori ed il legame con la sua gente e con la sua terra della quale è stato straordinario cantore «nel momento di passaggio fra la civiltà contadina e montanara, da una parte, e quella che ora definiamo “della tecnica” dall’altra».

Borghini e Rivadossi, hanno parlato al termine della messa celebrata in San Giorgio da don Paolo Morbio, che durante l’omelia ha ricordato che Dio, e con lui la bellezza della vita, lo possiamo incontrare in un’opera di carità, in un bicchiere d’acqua, ma anche in un’opera d’arte.
E Stagnoli non ha mancato dio fornirci materiale sul quale riflettere.

In rispettoso silenzio, la cattedrale bagossa nella quale ieri spiccava fra tutte le opere la pala di San Rocco, dello stesso Stagnoli, già esposta alla Biennale di Venezia nel 2011, ha accolto mezza Valle Sabbia.

Con Sabrina Scuri c'era l''Amministrazione comunale, per testimoniare il grazie a nome di tutta la comunità.
C'erano i familiari, tanti amici anche da lontano, numerosi gli artisti valsabbini, giunti a rendere omaggio e ad accompagnare per il suo ultimo viaggio Antonio, che per tutti loro era sempre disponibile e li spronava ad esprimere sempre il meglio di sé stessi.

Prima la discesa dalla Casa di Riposo Versa Dalumi
, dove Antonio Stagnoli ha trascorso i suoi due ultimi mesi di vita e dove era stata allestita la camera ardente. Poi dalla cattedrale dedicata a San Giorgio, il trasferimento attraverso tutto il paese, fino al cimitero, dove è avvenuta la tumulazione.

Una vita di fatica e di privazione quella dell’artista bagosso, sordomuto fin dalla tenera età, vissuta però con la pienezza di chi riesce ad essere sempre in pace con il mondo.
Con Antonio Stagnoli se n’è andato uno più importanti artisti del nostro tempo, ma anche un uomo di animo nobile e profondo.

Di lui resteranno quindi le opere d’arte, immortali.
E fino a quando ce ne sarà memoria, almeno per le persone che hanno avuto il piacere di conoscerlo, rimarrà anche quel suo straordinario sorriso: il sorriso di un bambino innamorato della vita.


121026_stagnoli_2.jpg 121026_stagnoli_2.jpg 121026_stagnoli_2.jpg 121026_stagnoli_2.jpg