Molestie e pedofilia: attrezzare i bambini
di Giuseppe Maiolo

Invitabile è lo sdegno di fronte ad un adulto che molesta i bambini. Eppure preziosa ed efficace la reazione di quella bambina undicenne che permette alle forze dell’ordine di acciuffare l’abusante


Questo è il fatto significativo: attrezzare i bambini a saper riconoscere i pericoli, segnalare ai grandi ciò che accade, non tacere o tenere segreti.
Ecco cosa serve.

Perché questo accada
e perché soprattutto i bambini sappiano difendersi e proteggersi, li dobbiamo educare a riconoscere immediatamente non tanto il pedofilo o chi molesta, quanto i comportamenti o gli atteggiamenti sbagliati e offensivi, le parole disturbanti anche quelle pronunciate sottovoce o camuffate da adulti incapaci di rispetto.
Dobbiamo far loro far sapere, fin da piccoli, che è possibile imbattersi in situazioni che generano disagio e fastidio o mettono in imbarazzo e che le emozioni soprattutto quelle negative che si provano sono importanti e vanno espresse, raccontate subito all’adulto, genitore o insegnante che sia.

Questa è in fondo la migliore attrezzatura difensiva di cui essi hanno bisogno.
Non si tratta di allarmarli e far credere loro che ci sono pericoli dappertutto, quanto invece dire con chiarezza che ogni qualvolta si sentono disagio con un adulto, hanno tutto il diritto di non assecondare le  sue richieste e il dovere di non tenere per sé quello che hanno vissuto. Proprio come ha fatto quella bambina che ha richiamato l’attenzione di un vigile.

Questo in fondo significa prevenire e non aspettare che accadano fatti gravi.
Il coinvolgimento dei minori in azioni moleste che disturbano la loro crescita e la condizionano fortemente, è da evitare attraverso un’educazione attenta e responsabile che gli adulti possono introdurre presto, anzi prestissimo, purché in maniera adeguata.

Molestatori e abusanti, anche quelli che non usano violenza fisica o sessuale, ma si esibiscono con performance erotiche o indulgono a comportamenti manifestamente inopportuni con minori, sono spesso persone disturbate nella sfera sessuale, ma non con gravi turbe psicologiche e facilmente riconoscibili da un comportamento alterato.
Vi è una “normalità” che rende difficile riconoscere anticipatamente l’identità della nella maggior parte pedofili e dei  molestatori.

Chi ha interesse morboso nei confronti di un bambino non è apertamente aggressivo, ma dolce e tenero, capace di attrare con comportamenti seduttivi e offerte di ogni tipo.
Un libro di alcuni anni fa sull’educazione precoce al riconoscimento del soggetto abusante si intitolava proprio “Non voglio le tue caramelle”.
Ora, come sappiamo, non è più con le caramelle che si adescano i minori, ma con offerte di altro tipo, ben più attraenti come sono le ricariche telefoniche.

E’ questa la ragione per cui proteggere i minori, significa permettere loro di difendersi in parte da soli, non tanto dagli adulti in genere diffidando di tutti, quanto aiutandoli a riconoscere subito quali sono i comportamenti che sono negativi e molesti di quelli che non li rispettano anche se, come spesso succede, appartengono alla cerchia delle persone che conoscono bene.

Giuseppe Maiolo

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