Album Mazzi, un'enciclopedia valsabbina
Vestone ha deciso di fare un omaggio a uno dei personaggi più importanti della sua storia recente: il «farmacista» per antonomasia Felice Mazzi.

Vestone ha deciso di fare un omaggio a uno dei personaggi più importanti della sua storia recente: il «farmacista» per antonomasia Felice Mazzi. L’idea è della biblioteca civica «Ugo Vaglia», che realizzerà la digitalizzazione dei 18 grossi volumi realizzati dal 1969 al 1982 da Mazzi, veronese di origine (era nato a Lugagnano di Sona) ma trapiantato a Vestone dal 1953.

«Si tratta di 18 volumi dal grande formato - spiega il presidente della biblioteca Giancarlo Marchesi - che tutti chiamano "i libroni", riempiti con articoli di stampa locale e provinciale, con immagini, cartoline, depliant, manifesti e disegni dei più grandi artisti valsabbini: una raccolta speciale con la quale Mazzi aveva voluto raccontare la storia di Vestone e della valle dal ’45 all’82».

Mazzi nacque nel 1927 e, dopo gli studi classici a Verona, si laureò in Farmacia all’Università di Padova nel 1953, e si spostò a Vestone per rilevare la farmacia Feliciani. Indimenticato uomo di storia, cultura e solidarietà, il farmacista, scomparso 9 anni fa, fondò l’Avis Valsabbia guidandola da presidente per 25 anni, e fu anche cofondatore nel 1965 e presidente fino all’82 del Gruppo volontari ambulanza.

«Alcuni mesi fa - scriveva lo stesso Mazzi nell’introduzione al primo "Album della cronaca valsabbina" che racconta gli anni dal ’45 al ’65 -, il sindaco di Vestone Francesco Begliutti, presentandomi una mole di ritagli di giornale e foto di sua proprietà, mi chiese se era possibile ricostruire cronologicamente le vicende legate a Vestone dal 1945 a oggi…».
«Nacque così - spiega oggi Marchesi - una interessante galleria di eventi, di progetti e personaggi strettamente legati alle comunità vestonese e valsabbina».

I diciotto volumi, dicevamo, sono di grande formato, di difficile consultazione e facilmente deperibili. Ma per appassionati e studiosi sono miniera d’oro. «L’uso frequente per la consultazione causa il deterioramento, e in qualche caso anche il rischio di furto (è già successo) delle pagine che contengono opere di artisti. Proprio per questo vogliamo digitalizzare tutti i tomi per rendere facile la consultazione e impossibile il deterioramento».

Il costo delle pubblicazioni? Circa 25 mila euro, e per trovarli si spera che si faccia avanti qualche sponsor.

M.PAS.
Da Bresciaoggi
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