Comunicare in famiglia, come si fa?
di Giuseppe Maiolo

Venerdi 16 ottobre 2015 alle ore 20,45 presso l’Auditorium comunale di Roè Volciano, per il ciclo Genitori in FormAzione. interverrà Paola Scalari, psicosocioanalista di Venezia grande esperta di famiglia e di adolescenti. Pino Maiolo l'ha intervistata per noi


Intervista Scalari

Paola Scalari è anche autrice, insieme a Francesco Berto, di numerose pubblicazioni tra cui ricordiamo Adesso basta. Ascoltami! e Contatto entrambi delle Edizioni La Meridiana che mettono a fuoco il tema dei rapporti familiari e i problemi che li attraversano.

Il tema che la relatrice affronterà, quanto mai attuale e importante, è la comunicazione in famiglia.
Perché le relazioni, tutte ma in particolare quelle familiari, si fondano sul come si comunica e si interagisce sia a livello verbale che non-verbale.
È fondamentale pertanto riflettere su questo aspetto che sta alla base del processo educativo. Il cosiddetto dialogo tra genitori e figli è fatto di parole ma anche e soprattutto di gesti, sguardi, movimenti, espressioni del corpo o tonalità della voce che trasmettono partecipazione affettiva e emotiva, fa crescere le relazioni e le sviluppa.
Se invece manca o è ridotta questa parte della comunicazione cioè quella non verbale, rimane il verbale, a volte la logorrea, che da solo non alimenta i rapporti, ma li invade di scorie inutili e non consente lo scambio in quanto spesso è una sorta di comunicazione tra sordi.

Nello specifico allora, abbiamo voluto porre a Paola Scalari alcune domande che possono anticipare il contenuto del suo intervento.

Dal momento che ti occupi molto di relazioni genitori-figli, come vedi la comunicazione familiare di questo nostro tempo fortemente influenzato dalle nuove tecnologie comunicative?

Parlare è diventata un'arte sempre più complessa. Si sprecano le parole inutili, si è poveri di espressioni utili. Troppo spesso la vita in comune è basata su “comunicazioni di servizio” anziché su dialoghi intesi a costruire un discorso condiviso. 
Credo quindi che la corrosione del tempo in famiglia abbia creato l'accelerazione anche delle comunicazioni che non trovano più il respiro di una narrazione interessante.
Certamente le tecnologie hanno assorbito a loro volta tempo, mangiato ore, risucchiato in pseudo conversazioni che però non creano un vero tessuto di conoscenza.
Per parlarsi ci vuole anche il corpo che a sua volta esprime ciò che si vuole dire.

Il titolo che abbiamo concordato per il tuo intervento “Parole, parole, parole”  fa pensare che  in  famiglia si parla tanto. Ma anche ci si ascolta?

É proprio qui il punto critico, Si parla da soli. Ognuno afferma la sua verità, le sue convinzioni, i suoi bisogni, le sue richieste. Ma non si comunica. Per mettersi in relazione con l'altro è necessario saper ascoltare.
E ascoltare implica una molteplicità di azioni. Aprire le orecchie, mettersi a disposizione, dare ascolto alle parole ma anche alle emozioni sottostanti, al detto e al non detto. Per esercitare questo ascolto partecipato è però necessario soprattutto sapersi ascoltare.

Da un punto di vista educativo a che serve comunicare bene?

Educare è donare la parola. La parola che sa dare un nome agli stati d'animo, a vissuti, agli affetti. E chi sa vestire con le parole i suoi sentimenti non ne è travolto.
Questo patrimonio di parti di sé narrate viene donato dai genitori per tutta l'infanzia dei figli, ma viene ripagato dai figli negli anni dell'adolescenza. Il ragazzo che sa dirsi cosa vive non viene travolto dalla tempesta emotiva e dirige in “porto” la sua barca.
Francesco Berto porterà alcuni esempi di come i bambini, se aiutati, possono imparare a dire di sé ciò che ogni genitore vorrebbe sapere del figlio.

Quali suggerimenti puoi anticipare per i genitori che vogliono migliorare la comunicazione in famiglia?

I genitori sicuramente possono all'interno della vita familiare preservare un tempo per stare insieme.
Questo è il segreto.
Passare del tempo tra coniugi per non smettere di raccontarsi la vita. Passare del tempo con i figli per conoscerli. Passare del tempo tutti insieme per sentirsi famiglia.

Giuseppe Maiolo
www.officina-benessere.it
www.ciripo.it


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