Il canto della Stella
di c.f.

Non è una tradizione solo valsabbina, ma soprattutto in Valsabbia viene praticata in quasi tutti i paesi. È il canto della Stella, che nella notte fra il 5 ed il 6 gennaio risuona in ogni contrada della valle.

Non è una tradizione solo valsabbina, ma soprattutto in Valsabbia viene praticata in quasi tutti i paesi. È il canto della Stella, che nella notte fra il 5 ed il 6 gennaio risuona in ogni contrada, da Ponte Caffaro a Vobarno, senza tralasciare le valli laterali ed escludendo solo Bagolino, universo di tradizioni particolari dove in questo periodo già iniziano a pensare al loro famoso Carnevale. Avviene così: un gruppo di cantori con mantello e cappello nero, quando la sera si fa buia, si riunisce all’inizio del paese e comincia a cantare, accompagnando per le vie una stella costruita artigianalmente ed illuminata da dentro, quasi sempre in grado di girare su se stessa durante l’esecuzione del canto che simboleggia il viaggio dei Re Magi venuti dall’Oriente per adorare Gesù.

Una recente pubblicazione promossa dalla Comunità montana di Valle Sabbia intitolata “La Stella della Valsabbiaâ€, curata di Claudio Bernardi e Ilaria Tameni, raccoglie le schede di ben venticinque gruppi della Stella, quasi uno per ogni paese della valle, con il comune di Vobarno che la fa da padrone con ben sei gruppi, uno per ogni frazione più il capoluogo.
Il canto delle stella rientra nei canti di questua epifanici ed alcune compagnie mantengono tuttora la tradizione di raccogliere delle offerte da devolvere in beneficenza.

“Noi siamo i tre Re...â€, comincia così il testo più diffuso, ma non mancano numerose eccezioni. Il canto di Capovalle, ad esempio è molto diverso dagli altri, tanto che uno molto simile lo si ritrova solo a Molfetta in provincia di Bari, mentre quello che risuona nel Savallese, fra Mura, Casto e le sue frazioni, sembra derivare addirittura da un testo germanico ed ha per titolo “Lode sopra i tre Magiâ€. L’appuntamento con i cantori valsabbini, è fissato per la serata del 5 gennaio. In media le “Compagnie della Stella†si esibiranno una trentina di volte, alternando l’esecuzione dell’inno alle ritempranti soste con vin brulé e brodo di gallina, per concludere il tutto con una quanto mai gustosa polenta taragna preparata dagli immancabili volontari del paese. Sarà insomma un’impresa faticosa, ma quanto mai “aggreganteâ€. Lo storico vobarnese Fabrizio Galvagni, autore di alcune pubblicazioni dedicate al Canto della Stella, ha scritto che “alcuni gruppi in certi anni sono arrivati (e ancora arrivano) a ripetere il canto anche settanta, ottanta volte, visitando le contrade più sperdute e terminando quando ormai cominciava ad albeggiareâ€.

0104Stella61 copia.jpg 0104Stella61 copia.jpg