Alla ricerca della prima donna pellegrina
di Sonia Piccoli

Era un po' di tempo che mi chiedevo chi fosse stata la prima pellegrina. E dopo diverse ricerche su libri e on-line sono arrivata a questa conclusione che ora vi racconto

Ho visionato i seguenti libri: Egeria "Diari di viaggio", Medioevo al Femminile, Egeria La Pellegrina.
Come avrete capito il presunto nome di una delle prime pellegrine è Egeria. Cito quanto ho trovato e letto.

Egeria era una colta (in altri testi sembra che non fosse colta) galiziana (forse di Santiago di Compostella); era profonda conoscitrice delle sacre scritture; infatti compì il suo lungo viaggio scritture alla mano, visitando scrupolosamente tutti, ma proprio tutti i luoghi menzionati nell'Antico e nel Nuovo Testamento.

L'intraprendente Egeria attuò il suo girovagare alla fine del IV secolo; all'epoca del viaggio doveva essere ancora abbastanza giovane, perché era in grado - come racconta, non sottovalutandone la fatica e il disagio - di scalare alti e ripidi monti, come il Sinai e il Nabo, di varcare grandi fiumi, come l'Eufrate.

Molto probabilmente era una patrizia, dotata di beni consistenti, infatti si poté permettere di alloggiare in modo agiato, di viaggiare con scorte militari romane, guide informate ed essere accolta dalle massime autorità religiose; il viaggio - che durò più di tre anni e si svolse in nave fino a Costantinopoli e poi a piedi o su cavalcature o su battelli, attraverso la Palestina, l'Egitto, la Fenicia, la Mesopotamia, l'Arabia - sembra essersi svolto in parte in comitiva e in parte in maniera solitaria: la narratrice passa infatti dal plurale al singolare, nella seconda parte dell'itinerario.

A quel tempo i luoghi dove si recava è ricchissima di romitori, monasteri, chiese, cippi commemorativi, sacre tombe; frequentissimi gli incontri con badesse ed eremite, con abati ed eremiti, monache e monaci, segno di una tenacissima e quanto mai praticata vita religiosa, edificata sul ricordo di un passato glorioso.

Egeria li visitava piamente, ma non mancava di gustare le eulogie, mele - pare - assai saporite, che venivano coltivate negli orti monastici e che le venivano generosamente e immancabilmente offerte; Il piacere e il gusto del viaggiare si accompagna in lei alla devozione in modo tale da indurre, a volte, maliziosamente a pensare che la religiosità sia stata quasi un pretesto: coma ama il deserto immenso e sabbioso che attraversa, come apprezza le fresche e ombreggiate rive del Nilo, le vetuste metropoli come Charris, Antiochia, Gerico, parlanti di antiche memorie!

Ce ne sarebbe da scrivere ma mi dilungherei troppo, ma sopra ho riportato i testi dai quali ho attinto queste informazioni. A voi di approfondire la lettura sei vi ho incuriosito!

 
Sonia Piccoli - Camminando qua e là
 
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