Sandro Bonomi a «I giardini dell'Eden»
di Sandra Vincenzi

Anche l’anziano agricoltore delle Pertiche fra i protagonisti di un documentario realizzato da alcuni studenti della Laba per la mostra legata ai temi di Expo ospitata a Palazzo Martinengo Colleoni a Brescia


Ha chiuso i battenti questo sabato 3 ottobre a Brescia la mostra “I giardini dell'Eden”, a Palazzo Martinengo Colleoni.
Si tratta di una mostra dove cinque studenti del biennio LABA (Libera Accademia di Belle Arti di Brescia), muovendo dal tema dell'Expo, si concentrano sul rapporto Umanità e Natura, in un equilibrio precario tra l'inevitabile sfruttamento delle risorse e la loro salvaguardia.

In un percorso virtuale, tracciato attraverso l'uso di diverse tecnologie (video, fotografie, installazioni, documentario), i giovani autori espongono la propria visione del mondo, con particolare attenzione al territorio bresciano, alle sue imprenditorialità e alla sua bellezza.
Il percorso si conclude con un documentario che riporta l'intervista a quattro bresciani molto diversi tra loro, ma tutti consapevoli che il benessere si costruisce nell'equilibrio tra natura, lavoro in un rapporto di rispetto.

Tra i quattro intervistati c'è Sandro Bonomi, 82 anni, agricoltore delle Pertiche, di Forno d'Ono per la precisione.
Sandro inizia l'intervista dicendo: “Il benessere è il risultato del progresso se gestito bene; altrimenti può portare malessere.” E continua: “Mi chiamo Sandro, sono agricoltore e nonostante i miei 82 anni mi presento tutti i giorni in azienda. Magari faccio poco, posso dare solo un piccolo aiuto, ma è per me una gran passatempo”.

Oltre a lui ci sono: l'archeologa Francesca Morandini – responsabile del Servizio collezioni e aree archeologiche dei Musei Civici d'Arte e Storia di Brescia; l'ex broker Giulio Comboni che dopo una giovanile esperienza di lavoro in banca in Lussemburgo ha scelto di tornare sul Garda per dedicarsi all'agricoltura; e il geologo Matteo Minola.

Sandro continua a raccontare: “Abito in una zona di montagna al limite dell'impossibile, ma la grande passione che ho sempre avuto per questa attività mi ha aiutato a resistere.”
Dall'esperienza di vita si passa ad una riflessione sul degrado ambientale e sociale nel quale siamo coinvolti, che risuona non solo come appello, ma anche come un'eredità di consigli e una chiarezza di vedute che purtroppo ci fa male, perché sono vere.

“La pianura padana un tempo era un grande giardino, ma oggi grazie al grande progresso che nessuno può fermare, la stanno degradando... hanno esagerato nel rubarne troppa.” Sandro confessa che quando percorre la strada che da Gavardo va a Rezzato e vede a sinistra tutti quei capannoni che hanno rubato la terra, e a destra le colline montuose rocciose, pensa sempre: “Si poteva benissimo costruirli là i capannoni, ai piedi delle rocce, di certo con costi maggiori, ma la produttività era la stessa”.
Anche gli altri intervistati parlano di cementificazione, inquinamento, cibi poco salutari; ma anche di educazione, di nuove abitudini da adottare, di energie rinnovabili, di scelte politiche e sostenibilità della qualità della vita.

Termina il documentario e Sandro conclude con un pensiero rivolto alle nuove generazioni: “Alla prossima generazione lascio poco entusiasmo perché quello che si vede nel futuro non va nel senso del benessere. Io credo nell'onestà, che stia alla base, e non vedo in tempi brevi la possibilità di un ritorno all'onestà. E' un po' difficile!” e lo dice con titubanza, magari augurandosi in cuor suo di sbagliare, perché anche lui ha figli e nipoti, e tutti vorremmo poter augurare il meglio per loro e per noi.
Ma che ognuno possa fare qualcosa nel suo piccolo o grande che sia, è indubbio.

“Abbiamo selezionato i personaggi attraverso lunghe ricerche nella nostra provincia” - spiega la docente che ha seguito gli studenti Giovanna Magri.
Presto volentieri la mia voce a queste riflessioni ed esperienze che meritano di essere conosciute e raccontate, e alle quali siamo legati non solo per il territorio, ma anche per un sincero affetto.

In foto una veduta di Livemmo

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