Nelle gallerie della miniera
di Raffaele Vezzola

I ragazzi dell'Alpinismo Giovanile del Cai di Vestone nelle viscere della terra, in uscita speleologica alla miniera Quattro Ossi di Pisogne


Ritrovo al solito parcheggio per le ore 7, con partenza in autobus con arrivo a Pisogne per le ore 9 circa.
46 presenti all'appello dei quali 30 ragazzi dell'Alpinismo Giovanile (ne mancano quattro con giustifiche: 2 per ingessature e fasciature varie, 1 per la partita con la Feralpi contro l'Atalanta e l'ultimo per una cerimonia già da tempo programmata), 6 accompagnatori CAI e 9 “ospiti”: genitori e amici dei ragazzi.

Appuntamento nel piazzale di un centro commerciale dove ci accoglie Franchino, supportato da 4 baldi giovani, tutti speleologi dello speleo/CAI di Lovere.
Uno di loro sale in autobus per indirizzare il nostro autista sugli stretti tornanti che salgono verso il paese di Pontasio che non raggiungeremo in autobus perchè la strada è sempre più stretta e dovremo sorbirci gli ultimi tre km in salita su asfalto.

Ci attende la scuola elementare del paese che sarà il nostro “Campo Base”. Lasciamo gli zaini, indossiamo le tute per la miniera, calziamo i caschetti con le lampade e ci avviamo divisi in due gruppi verso l’ingresso della miniera su di un sentierino all’ombra di castagni carichi di frutti.

Giunti all’imbocco ci accorgiamo di quanto sia piccolo e angusto quel passaggio, questo non è l’ingresso principale alla miniera ma uno dei quattro ingressi di servizio (Quattro Ossi) che garantivano il ricambio dell’aria a chi lavorava nelle gallerie.
Prima di entrare, lezione speleo/mineraria da parte di Franchino che ci racconta la storia e l’attività che avveniva in questa miniera dove si estraeva minerale di ferro e barite.

Il primo commento che ho sentito da parte dei ragazzi appena entrati è stato: “strabello" e, quello successivo è stato “ho preso una craniata”. Santo casco che ci proteggi la testa…
La visita è durata circa 1 ora e mezza e siamo passati da sale enormi dove si estraeva il minerale a passaggi angusti di collegamento con festoni di candide stalattiti e veli pendenti da una roccia quasi nera con colonna sonora delle gocce che stillavano dalle volte del soffitto.

Rientrati alla scuola carichi di castagne raccolte lungo la via, abbiamo consumato il nostro pranzo al sacco per poi ripartire veloci sul sentiero che porta ad una cava a cielo aperto dove tra i detriti ci aspettava la “caccia” ai minerali.
Estratti dagli zaini martelli e punte, i ragazzi istruiti da Franchino hanno iniziato a frantumare sassi alla ricerca di tracce di minerali e cristalli. Le pareti della valle hanno risuonato per circa 1 ora dei colpi di martello sulle rocce, accompagnati dei gridi di chi qualche “tesoro” aveva trovato.

E’ infine giunta l’ora del rientro; l’autobus ci aspettava a Pisogne e, dopo il solito momento della condivisione, siamo risaliti sulla corriera e rientrati a Vestone.

Uscita insolita in un ambiente che nessuno dei ragazzi aveva mai sperimentato, i ragazzi speleo del CAI sono stati disponibili, attenti pieni di premure e informazioni, i nostri giovani alpinisti hanno vissuto un’avventura che rimarrà memorabile.

Dovrebbe essere l’ultima uscita per quest’anno ma, non è detta l’ultima parola, se ci venisse in mente qualcos’altro…
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