Alta via della fede sui Monti Lessini
di Sonia Piccoli

Per scoprire la pace interiore della lentezza consapevole, imparerò a camminare con passo lento, guardandomi intorno, perché c’è sempre un fiore nuovo, un insetto, un colore, un richiamo che aspettano per stupirmi


Questa volta grandi compagni di viaggio in questo trekking di tre giorni sono Ubaldo e Nunzia Vallini, persone di una sensibilità e attenzione speciale, difficile da trovare oggi giorno.

Il nostro trekking inizia dal Rifugio Revolto, dove ci accolgono Laura, Massimo e Anna (in cucina) con grande simpatia e professionalità. Nuovi gestori di questo luogo di partenza per tutti i percorsi di trekking, mtb, arrampicata che portano nel Gruppo Carega e nella Catena delle Tre Croci (Piccole Dolomiti) dove incroceremo in una piccola parte i Sentieri della Fede facenti parte dei Cammini Europei.

La storia del Rifugio Revolto è ultra secolare, dal 1886 quando poco sopra c'era il confine tra la regione del Veneto e l'Austria.
Nel corso degli anni in questo luogo sono accaduti diversi fatti storici molto importanti: durante la Prima guerra mondiale l'osteria si trasformò in un nodo strategico utile per tenere i contatti tra il comando degli alpini, stanziato a Campobrun e la sottostante Giazza.

Revolto conobbe giorni assai tristi durante l'ultimo conflitto.
Sequestrato dalla famigerata Todt, il casolare venne saccheggiato dai tedeschi il 25 aprile 1945: viveri e animali furono distrutti o uccisi, mentre gli operai, impegnati da mesi in duri lavori sulle montagne rincasarono sfiniti e senza un quattrino.
Ma l'atto più tragico ebbe compimento due giorni dopo, il 27 aprile, allorchè una compagnia di paracadutisti tedeschi, col pretesto di coprirsi la ritirata verso Ala, prese in ostaggio il parroco di Giazza, don Domenico Mercante, il quale si era fatto incontro alla truppa per trattare l'incolumità dei giazzesi.
Scambiato per un sobillatore, il povero prete venne picchiato e condotto fino a Ala, dove in località San Martino fu fucilato assieme a un soldato tedesco che si era rifiutato di assassinare il sacerdote.

La nostra prima tappa è arrivare al rifugio Pompeo Scalorbi
a (1775 m).
Il tempo di percorrenza è di circa un’ora e mezza, che noi non osserveremo per la filosofia di cammino lento e del guardarci intorno.
Percorso semplice questo, tutto su strada forestale e chiusa al traffico, ma di non poca importanza paesaggistica e storica. Tra una chiacchiera e l’altra, fotografie e lo stupirsi di questi luoghi, arriviamo al Rifugio Pompeo Scalorbi, bellissimo rifugio da poco ristrutturato.

Bellissimo il pomeriggio continuando a camminare lì intorno scoprendo una piccola chiesetta alpina che dà modo di contemplare e isolarci nei propri pensieri.
Proseguendo nel nostro curiosare aspettando l’ora di cena, tra nebbia e paesaggi dolomitici, apprezziamo tutto quello che oggi qualcuno da lassù ha voluto regalarci.

La seconda tappa, parte dal rifugio sopracitato per salire al Rifugio Fraccaroli (2259 m) e alla Cima Carega (2263 m), bellissima tappa che già fin dall’inizio ci offre forti emozioni, con montagne dall’aspetto imponente caratterizzate da grandiose guglie e pareti dolomitiche.
Per gran parte del percorso ci accompagnano decine e decine di stambecchi, facendoci un poco di invidia per la loro agilità. Ci impiegheremo circa due orette per arrivare al Rifugio Fraccaroli: nell’insieme la camminata è facile tranne l’ultimo pezzetto che arranca un pochino.

Finalmente arrivati, davanti a noi si spalanca un panorama da lasciare senza fiato: una terrazza a 360° gradi che ci permette di vedere la completa visuale delle Piccole Dolomiti, Lessinia, la Catena del Baldo anche un pezzetto del nostro meraviglioso lago di Garda, il Pasubio, le Pale di San Martino, le Dolomiti del Brenta fino, in giornate limpide, Venezia con il suo mare.

La gestione di questo Rifugio è passata da padre in figlo nel corso degli anni.

Pur gestito da soli uomini, al Fraccaroli troviamo un’organizzazione e ospitalità con la O maiuscola: ci si sente davvero a casa.
Sistemati gli zaini ci accingiamo a salire a Cima Carega (che è di fronte al rifugio): 5 minuti di paura, ma ne vale assolutamente la pena.

La nostra giornata continua, prima con un ottimo pranzo poi con po’ di relax ascoltando Nunzia con letture di filosofia di vita e poi prolungata con varie opinioni.
Da qui la voglia di mettersi in cammino: con Ubaldo affrontiamo la Catena delle Tre Croci, passando tra trincee e precipizi meravigliosi, ma con tanta tristezza nel cuore per le persone morte in questi luoghi per difendere questi avamposti.
Piano piano la giornata finisce all’interno e all’esterno del Rifugio con tramonti e scenari da mille e una notte, le chiacchiere con altrettanti appassionati di montagna grandi e piccoli.
Sì, piccoli, perché come dicevo prima, il Rifugio Fraccaroli è molto famigliare e all’interno della camerata di 22 posti letto hanno creato 4 piccole stanzine per mamme con bimbi. La buona notte ce la diamo con un interminabile partita a Uno con 4 bambini e adulti con grande allegria.

La nostra terza tappa inizia con un’ottima colazione e un bellissimo saluto da parti di tutti i ragazzi che gestiscono il rifugio.
Piano piano scendiamo sui nostri passi fino al Rifugio Pertica, rimanendo in quota, gustando ancora per un po’ i bellissimi paesaggi; poi, a distanza di poco, percorriamo la strada forestale e poi un bel sottobosco e arriviamo nuovamente al Rifugio Revolto.

Qui decidiamo di fermarci a mangiare, e devo dire che Anna, la cuoca, ha dato il meglio di sé.
Prima di andare via, scopriamo che Massimo e Laura praticano Reiki e altre attività olistiche compresa riflessologia facciale vietnamita, che, in due e due quattro, rimette in piedi Ubaldo e Nunzia, piuttosto affaticati dalle fatiche patite soprattutto in discesa.
Grazie davvero a questi due ragazzi che vi potranno offrire tantissimo rispetto al solito rifugio: oltre alla loro simpatica e cordiale accoglienza, potrete usufruire di un Centro Olistico, di un ristorante curato e ottimi consigli per i vostri percorsi.

La mia continua voglia e ricerca di luoghi di pace e serenità è sempre più instancabile, anche per la bellezza di incontri di persone che con uno sguardo, un sorriso, regalano attimi di gioia e di speranza.
 
Sonia Piccoli - Camminando qua e là

150828-004.JPG 150828-004.JPG 150828-004.JPG 150828-004.JPG