Ancora un buco sulla Galleria degli Agricoltori
di Ubaldo Vallini

Non c’č due senza tre, dicono. E per i “fornelli” sopra lo scarico di fondo del lago d’Idro, meglio conosciuto come “Galleria degli Agricoltori” il detto non viene smentito. Intanto in Municipio si «affilano» progetti alternativi.

Non c’è due senza tre, dicono. E per i “fornelli” sopra lo scarico di fondo del lago d’Idro, meglio conosciuto come “Galleria degli Agricoltori” il detto non viene smentito.
La prima voragine si era aperta nel 1992 ed il terreno ingoiato di sotto era tanto da riuscire a sfondare il tunnel di scarico e ad ostruirlo completamente.
La seconda si è aperta in tempi più recenti, l’anno scorso a maggio.
Il terzo gorgo nei giorni scorsi “a circa 60 metri dal pozzo di aerazione della galleria e spostato verso monte di 11 metri rispetto all’asse longitudinale dello scavo” ci ha detto oggi la sindaca Augusta Salvaterra, subito dopo un’ispezione sul prato con i suoi che, per sicurezza, avevano “nastrato” il perimetro della voragine e piazzato provvisorio un cartello stradale, anche se la strada proprio non c’è.

Sapendo di provocare noi gliela buttiamo lì: le diciamo che forse i crolli ci sono perchè quel tunnel è troppo vecchio, forse è meglio che ne fanno uno nuovo così stiamo tutti più tranquilli. L’avete mai vista quando sgrana gli occhi, poi li socchiude e parte in quarta? Eccola.
“Ma siamo matti? E’ vero proprio il contrario – risponde lei piccata -. Figuriamoci se è accettabile che sotto quel terreno che non sta su nemmeno con i puntelli sia fare un’altra galleria”.

Toccata nel vivo, lei che con ordinanze e carte bollate da tempo è sul piede di guerra proprio per evitare che di buchi al suo lago ne venga fatto un altro, non ha tentennamenti e cita il Manzoni: “Quella galleria non s’ha da fare”.
Poi spiega: “Anche perchè la soluzione alternativa c’è. Proprio in questi giorni il professor Simonini dell’Università di Padova ci ha consegnato il suo progetto che prevede il posizionamento di alcuni pozzi drenanti sulla paleofrana. Per cinque pozzi, in grado di risolvere i problemi di sicurezza legati all’instabilità del versante della montagna, ci vogliono poco più di 10 milioni di euro”.
“Per la nuova galleria che la Regione vuol fare allo scopo di evitare lo stesso rischio di milioni ce ne vorranno 32. In più c’è quel terreno cedevole – aggiunge -. Insomma, ci vuol davvero poco a fare i conti e a scegliere cos’è meglio fare, se è vero che il problema è la sicurezza della popolazione rivierasca”.

A sostenere le tesi della sindaca ci sarebbe anche un diretto interessamento all’Eridio da parte del Ministero dell’Ambiente che ha istituito un Gruppo di lavoro per esaminare con attenzione la situazione dei laghi italiani oltremodo sfruttati dal punto di vista idrico.
Sono tre: un laghetto nel Parco di San Rossore in Toscana, il lago Patria a Napoli e lo specchio d’acqua valsabbino.
1228IdroFornello009.jpg 1228IdroFornello009.jpg