Sardine fuori stagione
di Manuele Vezzoli

L’arrivo delle sarde sui principali laghi di casa (Garda e Iseo) è sentitissima. Tutti gli anni, già da metà maggio, gli appassionati lucidano le canne pronti a bagnare le loro lenze alla ricerca dell’argentato pinnuto, per poi insistere per tutto giugno e luglio


Anch’io tra quelli, colmo di aspettative, ho cominciato da subito ad insidiare l’agone; ma più che pescare è stato un allenamento di lancio, recupero, cambio di grammatura e montatura.
Come sempre grande la concorrenza sulle rive del lago, andando su, un po’ più in là della casetta di D’Annunzio.

Poche e svogliate le abboccate e spesso le prede sottomisura.
Allora pensavo e ripensavo quale fosse la causa della mia sfortuna: “Sarà la montatura? Sara il colore delle mosche? Forse troppo peso? O forse quella promessa ai “gnari” della squadra di una bella sardinata con la polenta abbrustolita?”.

La maledizione di una promessa fatta e le poche abboccate mi lasciavano sempre più demoralizzato.
Fino a quella sera di agosto.

Mi reco in un posto sconosciuto ai più, una di quelle spiaggette poco frequentate, e comincio a lanciare sperando nel miracolo.
Con in testa le parole di un Grande Pescatore che diceva sempre (traducendo in italiano quello che in dialetto rende meglio l’idea): “Se vuoi prendere quattro sardine ad agosto devi pescare là”.

Con lanci ben calibrati e con grammatura pesante recupero strappando verso l’alto.
Il movimento è rodato (come già descritto nell’articolo Un bottino di sarde lacustri) e stavolta il risultato non manca!
In poco più di un’ora nel mio carniere 40 sardine. Le stesse mosche dei mesi passati stasera funzionano!

Stagione strana all’agone quest’anno e che finale inaspettato!

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