Distruzione o costruzione?
di Dru

Se lo chiede Dru dopo aver letto l'articolo di Yorick "Syriana" sul dramma che stanno vivendo alcuni popoli in fuga dalla fame e dalla guerra



Yorick ha scritto un bell'articolo sulla contrapposizione culturale che conduce al significato di distruzione dell'uomo da parte di chi vuole vivere in un certo modo (nella sicurezza, nella ricchezza e nella nobiltà) e non si accontenta solo di voler vivere o sopravvivere come è degli oppressi, ma perché la distruzione piuttosto che la costruzione?

La nostra cultura non sa fare altro che distinguere due differenti fedi, da una parte la difesa del senso della vita come inviolabile e sacra e dall'altra la fede nella potenza sulle cose che produce i nodi apparentemente insolubili interni alla prima fede nella vita stessa.

Insomma da un lato ci si prodiga nella difesa incondizionata della vita dell'uomo che si produce in un'istanza contro quella violenza che appare in tutto il suo orrore, ma che non sa andare oltre quest'orrore per aver ragione.

Ma anche dall'altro lato si tratta di non saper andare oltre certe affermazioni come quella di generare una razza di signori, i signori futuri della Terra.

Chi è per la vita (e i suoi nemici) intende che l'errore sta nella distruzione (costruzione) e suo significato.

Ma perché l'errore resta sul piano della fede e non della ragione.

L'errore sta nel pensare l'essere  come predisposto alla distruzione e alla costruzione.

La domanda che ci si pone fin dalle origini del pensiero filosofico, e quindi del pensiero autentico, è se è preferibile esserci o non esserci e questo sulla base della libertà come scelta.

«Che l'esserci valga più del non esserci non è un'evidenza, è una scelta
Alla base della scelta per la vita non c'é un argomento di ragione, c'è un atto di fede morale.

È preferibile essere o non essere?

Che gli esseri siano o non siano è la volontà (umana o divina) a deciderlo.
E lo decide perché è persuasa che le cose possano essere o non essere e quindi siano come tali predisposte alla loro costruzione e distruzione
Si deve incominciare invece a mettere in questione proprio questa evidenza suprema, che precede anche ogni scelta per la vita o per la morte».

Il virgolettato è di Emanuele Severino che il 22 di questo mese alle ore 18 sarà presente alla Cattolica di Brescia per una sua lectio magistralis dal sapore platonico.

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