Stanchi ma soddisfatti
di Redazione

Da conservare nell’album dei ricordi la prima uscita di due giorni al lago della Vacca, con pernottamento in rifugio, dei ragazzi del progetto Alpinismo giovanile del Cai di Vestone


Finalmente è arrivata l’uscita di 2 giorni dei giovani alpinisti del Cai di Vestone, con pernottamento in rifugio, svoltasi sabato 29 e domenica 30 agosto al lago della Vacca.
Presenti 26 ragazzi sui 34 iscritti, le assenze sono per malattia o impegni famigliari, 9 gli accompagnatori.
Partenza dal "solito posto", buona la collaborazione dei genitori per il trasferimento alla malga Cadino. Veloci partiamo verso la corna Bianca e poi lungo il comodo sentiero raggiungiamo il passo della Vacca dove facciamo alcune foto e il primo spuntino.
Per alcuni ragazzi è il battesimo dei 2000 metri e la quota si fa sentire, cerchio alla testa e fatica.
In poco meno di tre ore raggiungiamo il rifugio Tita Secchi dove consumiamo il pranzo.
Abbiamo percorso circa 7 km con un dislivello di 690 metri.

Le camere non sono ancora disponibili, tiriamo tardi all'esterno del rifugio.
A questo punto, organizziamo il giro del lago, all'appello rispondono solo 7 volontari, gli altri, "pappemolli",  preferiscono rimanere a oziare.

Il giro del lago non è semplicemente il periplo sulla riva, ma prevede la salita fino quasi a raggiungere i ruderi dell'ospedalino militare per poi percorrere lo spartiacque in direzione della cima Terre Fredde. Dopo avere abbandonato il segni bianco/rossi del n.1, teniamo il bianco/gialli dell'Antonioli poi anch'essi ci abbandonano e proseguiamo seguendo alcuni ometti lungo la dorsale.
Il percorso è accidentato una vera "Sassonia" e per i più giovani la fatica è grande. Recuperiamo i segni nei pressi della cima Galliner ma presto spariscono, ci dirigiamo allora verso la cima Terre Fredde sperando di poter scendere per sentiero dal versante opposto.
All'ombra della croce di vetta facciamo merenda dopo esserci scambiata la stretta di mano, come veterani dell'Alpe.

Mentre i ragazzi si riposano, scopriamo che non ci sono sentieri che proseguono; quello che abbiamo finora seguito termina alla croce. Consulto: torniamo indietro al passo o forziamo il canalino di roccette che scende ripido verso il lago? I ragazzi sembrano stanchi ma carichi di entusiasmo... Due accompagnatori davanti a protezione e via a capofitto verso la conca in basso. Il sentiero è tosto, probabilmente problematico anche per molti adulti ma, l'affiatamento del gruppo è buono e le poche difficoltà incontrate vengono risolte senza rischi, affidandosi all'esperienza degli accompagnatori. La corda per le emergenze è rimasta nello zaino.

La discesa è lunga su di una pietraia instabile ma finalmente raggiungiamo la riva del lago che seguiamo fino al rifugio accolti dai richiami dei ragazzi rimasti alla base. Al nostro arrivo, il commento della Rina è stato: “Quando abbiamo visto dove eravate, abbiamo pensato che eravate matti”. I ragazzi erano esausti ma, hanno gonfiato il petto consci della loro impresa.

Il giro è durato circa 5 ore, che sommate alla salita della mattina, sono diventate 8 con un dislivello di più di 1000 metri, buona parte, fuori sentiero: onore al merito!
Alle 19.15 cena e poi in camera. Il gruppo era distribuito in 5 camere miste, ragazzi e accompagnatori.
Che dire della notte passata in rifugio? Possiamo affermare di certo, che i ragazzi si sono divertiti ma, anche dire che dobbiamo lavorare ancora sulla tecnica notturna. Sicuramente, il "sacro silenzio delle 22” in camerata non siamo riusciti a garantirlo. Forse qualcuno degli altri ospiti qualche sbuffo tra i denti lo ha fatto.

Permettetemi ora di citare un fatto che mi ha scaldato il cuore: nella mia camera c'era anche Matteo di 7 anni, il più piccolo del gruppo, anche lui reduce dal giro del lago, sapevo che era “strastanco” (come dicono loro). Mi avvicino per sistemargli le coperte e vedo che ha gli occhi lucidi. Allora gli chiedo se va tutto bene e, lui con un sorriso mi confida: “Sono contento perché è la prima volta che dormo da solo con i miei amici”.

Sveglia alle 7 e colazione alle 7.30. Ragazzi puntualissimi! Alle 8.15 eravamo già in cammino verso il passo Blumone, cima Coppi del nostro cammino. Al goletto merenda. Devo dire che i Giovani Alpinisti sono sempre pronti agli spuntini.

Via ora sull'Alta Via. Ancora "Sassonia" e il procedere è faticoso. Sono accanto al piccolo Matteo, e, gli faccio osservare che si sta muovendo con sicurezza sui pietroni instabili, la sua risposta mi stupisce piacevolmente: “Ieri, scendendo dalla cima Terre Fredde, Giacinto mi ha insegnato bene come fare”.

Passo del Termine: pausa pranzo, alcuni dei ragazzi, non domi, arrampicano sulle placche inclinate. Ora il sentiero è più facile ma, comunque rimane lungo. Giunti alla chiesetta del Gaver un momento di condivisione per sedimentare le esperienze di questi due giorni, per poi proseguire verso il parcheggio dove ci aspettano i genitori.
Il rientro di circa 17 km è durato 8 ore con un dislivello in discesa di più di 1200 metri. Tutti stanchi ma con gli occhi luminosi per l'esperienza vissuta.

Si cominciano a notare i miglioramenti nei ragazzi del loro andare in montagna, miglioramenti fisici, tecnici ma, cosa più importante è migliorato l'affiatamento di gruppo.

Raffaele
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