Emergenza volpi e cinghiali
di Aldo Pasquazzo

La presenza di animali selvatici in gran quantità sta provocando stragi di pollai e danni alle coltivazioni in diverse parti della Valle del Chiese, un fenomeno che stenta a trovare soluzioni


La presenza di volpi dalle parti di Storo non sembra destinata a diminuire. Il fenomeno - come anche  quello dei cinghiali – permane se non addirittura cresce ancora di più.
Sta di fatto che quegli autentici stermini dentro il podere di Ivo Maccani non sembrano proprio destinati ad esaurirsi. Non passa giorno che non si riscontrino degli sfoltimenti di pollai soprattutto lungo quel versante di costa verso Pràel.

Ancora una volta dove ha casa l’idraulico a riposo le  galline prese di mira non sembrano destinate a ridursi,  tant’è che ancora non si sa  come affrontare e possibilmente arginare il fenomeno.

“Ho provato e riprovato ma la volpe è sempre una volpe pronta alla caccia. A vigilare sulla zona non sono io ma piuttosto la stessa bestia selvatica che appena può attacca” riferisce il popolare Ivo.

Non più tardi di ieri l’altro Maccani è tornato in municipio per sottoporre la questione agli amministratori.
“Stavolta – chiosa - mi sono intrattenuto con la vice sindaco Loretta Cavalli  alla quale ho esposto la situazione. Lei, che assieme alla collega Ersilia Ghezzi sono solite intrattenere   ripetuti contati con il Patt, si è impegnata di investire della questione l’assessore provinciale Dallapiccola. Spero che l’esponente autonomista prenda in esame la questione e metta i forestali su le tracce da dove provengano le volpi”.

Il podere di Ivo Maccani è dislocato nella zona di Pràel dove un tempo c’era il caseificio turnario, al di sotto del camposanto. Di fianco alla casa c’è quella porzione di verde ed è proprio all’interno di quella recinzione  delimitata da rete che quel tipo di animali scorazzano a provocano delle autentiche stragi. Le volpi si muovono principalmente all’imbrunire o di prima mattina oltrepassando la rete mediante la creazione di varchi nel sottofondo. Una volta all’interno spadroneggiano senza ritegno”.

“Qui a ridosso di un’inferriata a pian terreno – ammonisce  Maccani - ci sono tracce fin troppo evidenti di quanto stiamo parlando, ossia piume di galline squarciate non molte ore prima”.

In valle, come già riferito, non cessano nemmeno le incursioni di cinghiali. Il problema che si trascina ormai
da anni stenta a trovare soluzioni.

Da Cimego in giù la capacità distruttiva di questi animali, sono in grado in una sola notte di distruggere non solo il tappeto erboso (come evidenziano le immagini), ma anche colture di mais, vigneti e orti.

Già nell'estate 2013 in più occasioni e in diverse riunioni organizzate con la presenza di esperti si era parlato di una vera e propria emergenza, di come contenere il fenomeno e come affrontare la questione indennizzi, ma quelle proposte tardano ad avere risposte.

In foto:
. Ivo Maccani
. terreni danneggiati da cinghiali nella zona di Cimego

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