Con Mancuso a riflettere sulla fede
di Aldo Pasquazzo

Il noto teologo, già editorialista di Repubblica, è un assiduo frequentatore dell’ex convento di Condino dove d’estate si tengono dei corsi a sfondo religioso promossi dall’associazione italo-svizzera “Il Ponte sul Guado”


Non tutti sanno che in questo periodo dell’anno all’ex convento dei frati Cappuccini di Condino diventa una meta di incontri con teologi, uomini di cultura credenti e non.

La scorsa settimana è toccato a monsignor Carlo Molari poi verrà Mattia Bielawky e sino a ieri l’altro c’era Vito Mancuso, giornalista e scrittore, già editorialista di Repubblica e di altre riviste.     
Il teologo originario di Carate Brianza è un assiduo frequentatore di questi luoghi, dove conduce degli incontri sul tema della fede e della religione ormai da cinque anni.  
L’ex convento ora è divenuto la sede dell’associazione  italo-svizzera  denominata “Il Ponte sul Guado”, che organizza questi incontri.

Mancuso è  figura  molta nota,  ma resta pur sempre   una  persona molto semplice.  In  convento è quasi più timido che riservato. “A volte capita che dopo aver pranzato si intrattenga nel retrocucina per sorseggiare un bicchierino di grappa con il personale di servizio”, dicono alcuni bresciani di Concesio, assidui a questi corsi.

“Quando arriva Mancuso le prenotazioni non solo aumentano ma raddoppiano” riconosce il priore padre Andrea Schnòller, che il più delle volte deve persuadere la gente a rinunciare, considerata la limitata capienza dell’eremo.

“Oramai mi considero un abitudinario del convento di Condino dal fatto che ci vengo oramai da diversi  anni” dice da subito Mancuso. “Sono molto legato al   padre priore e debbo a lui la mia presenza in valle del Chiese”, aggiunge il teologo con casa a Bologna.

Al di là dell’amicizia con padre Schnòller, c’è qualcos’altro che lega Mancuso a Condino?

“Condino lo considero un laboratorio molto avanzato  di ricerca spirituale. Un ambiente dove sperimentare il nuovo di cui il nostro tempo ha maggior bisogno”.

Cosa rileva nei confronti della gente che frequenta il convento e i suoi corsi?

“Riscontro grande attenzione quasi da parte di tutti.  Coloro che vi partecipano ai vari incontri noto una onestà intellettuale notevole. Gente che accetta con molta franchezza quel modo di confrontarsi. Poi intravvedo in loro quel desiderio di voler mettersi in discussione e di andare avanti”.

Mancuso, argomenti e tematiche variano?

“Direi proprio di sì. Le situazioni non sono sempre le stesse, tant’è che non arrivo con temi o lezioni prestabilite. Affronto le questioni in modo che quello che si dice venga non solo recepito ma anche vissuto e realizzato”.

Al convento la presenza di Mancuso non solo fa parlare ma sicuramente qualifica l’ambiente.  Lo confermano in molti tra cui anche i rappresentanti delle diverse istituzioni sia di Condino che della valle come il sindaco Giorgio Butterini che il presidente vicario dell’ente Bim del Chiese Luca Mezzi.

In foto il priore svizzero padre Andrea Schnòller e Vito Mancuso all’interno del chiosco del Condino
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