In deroga al Deflusso Minimo Vitale
di Ubaldo Vallini

Un esposto per il mancato rispetto dela Direttiva dell'Autorità di Bacino. E' una delle azioni programmate per le prossime ore dagli Amici della Terra, rese note nell'assemblea pubblica da loro convocata martedì scorso a Idro



Gli Amici della Terra l’hanno documentato, inviando ogni giorno le immagini al Commissario regolatore: il lago d’Idro a partire dal 9 agosto non usciva più dalle paratoie ed il fiume Chiese, per alcune centinaia di metri, è rimasto in secca.

Da allora la quota è scesa di altri 40 centimetri e ieri, a fronte di un afflusso pari a 13,6 metri cubi al secondo, ne uscivano 16 per alimentare la centrale idroelettrica di Vobarno e altri due dalla “vecchia” galleria di scarico detta “degli agricoltori”.

Tutto come previsto dalla delibera dell’Autorità di Bacino del Po, alle prese con la grave emergenza idrica che sta provocando il rientro del mare nel fiume che attraversa la pianura Padana, mettendo a rischio l’approvvigionamento degli acquedotti romagnoli.

«Delibera che ha previsto una deroga temporanea alla presenza del Dmv, il deflusso minimo vitale: entro le 24 del decimo giorno, il lago d’Idro dovrebbe tornare ad uscire dalle paratoie.
Sappiamo già che non sarà così ed abbiamo già chiesto ai nostri avvocati di prepararsi ad un esposto» ha annunciato martedì sera Gianluca Bordiga, in occasione di un’assemblea pubblica convocata nella sala consigliare del Comune di Idro per fare il punto sulla battaglia che gli Amici della Terra (AdT) del gruppo “Lago d’Idro e Vallesabbia”, da lui presieduti, stanno conducendo sulle sponde dell’Eridio.

«I nostri legali sono Carlo Braga ed Alessio Petretti, che siamo riusciti a sensibilizzare e che hanno deciso di sostenere le nostre ragioni a “parcella zero”» ha tenuto a precisare Bordiga.

«Oltre a loro e con le stesse modalità, ci stiamo avvalendo delle consulenze di esperti del calibro dei professori Fausto Capelli ed Ezio Todini – ha aggiunto -. Quest’ultimo è il fautore della “gestione dinamica” grazie alla quale sono stati risolti un gran numero di problemi sul lago di Como, operativa fin dal 1997, e che vorremmo fosse applicata anche per l’Eridio».

Si tratta di un modello matematico che tiene conto del bilancio idrico dell’intero asse fluviale, uno strumento che gli AdT intendono proporre ai Comuni attraversati dal Chiese «perché nessuno debba soffrire più di un altro».

Con il bilancio idrico di bacino si potrebbe avviare una comparazione fra il modo attuale di gestire il lago e quello dettato dai modelli matematici proposti da Todini e poi vedere come va: «Noi siamo convinti – ha affermato Gianluca Bordiga -, che anche in anni siccitosi e per certi versi drammatici come questo non saremmo arrivati a derogare sul deflusso minimo vitale, con soddisfazione di tutti».

Fra le azioni rivendicate degli AdT, un ricorso al Tribunale Superiore delle Acque depositato dall’avv. Petrelli che avrà la sua prima udienza alla fine di ottobre.
Gli AdT sperano che i giudici possano adottare la misura cautelare della sospensione dei lavori di realizzazione delle nuove opere di regolazione del lago, viste dagli AdT come atto di prevaricazione perché non servirebbero aa rendere tutti più sicuri, ma solo ad utilizzare a fini irrigui ed idroelettrici 3,25 metri di dislivello.

Fra gli interventi quello battagliero dell’assessore al Turismo Marcello Costa: «Quelle opere non sono previste nel nostro pgt e per poterlo fare ci dovranno commissariare, non lasciateci soli» il senso delle sue affermazioni.

Quanto alle accuse che gli AdT si sono sentiti rivolgere «in forma anonima su internet» di fare politica più che di curarsi dell’ambiente del lago, Bordiga è stato lapidario: «Non stiamo a guardare colori: siamo pronti ad applaudire quelle Amministrazioni che si muovono come noi vorremmo».

.in foto: le immagini che documentano il Chiese in secca dopo le paratoie del lago ed un momento della riunione di martedì sera.


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