Da Caino a Conche
di Sonia Piccoli

Da Caino al Santuario della Madonna delle Fontane passando dall’Eremo di San Giorgio fino al Santuario di Conche


Nel nostro passaggio in questo mondo, che ve ne accorgiate o no, chiunque noi siamo e dovunque andiamo, stiamo lasciando dietro di noi una traccia.
 
Ancora una volta stupirsi nelle proprie zone: questa volta con Anna in un di’ autunnale.
Felici di scoprire nuovi luoghi, il nostro trekking inizia percorrendo Via Villa Mattina, una salita che piano piano ci farà attraversare la Piana delle Castagne, lungo tutta un’ampia strada che ci immerge tra i boschi e sorgenti di Valle San Giorgio. Qui incontriamo il Santuario della Madonna delle Fontane.
Il santuario fu costruito tra il XVI e il XVII secolo, e sembra sia stato edificato per chiedere la liberazione da una pestilenza.
 
Dopo una breve visita, riprendiamo il nostro cammino, continuando la salita che diventa sempre più ripida e tortuosa, dove più tardi incontriamo la freccia che ci indicherà il sentiero che prenderemo in un secondo momento per il Santuario di Conche (Lumezzane). Continuiamo a salire e arriviamo all'Eremo di San Giorgio.

Il piccolo Eremo sembra che inizialmente fosse una piccola cella o granaio benedettino. Oltre a San Giorgio protettore dei militi fu dedicato anche ad un altro soldato S. Martino, vescovo di Tours, vissuto nel IV secolo. Malgrado l'isolamento, fino al ’700 vennero celebrate le Messe, poi la devozione per questo luogo si affievolì e vennero ridotte ad una sola in occasione della festa del santo. Da quel momento fu molto trascurato e divenne rifugio per briganti. Oggi è uno dei tanti Eremi che si trovano nella provincia di Brescia ben curato e ricercato.

Riprendiamo il nostro cammino, mettendo a dura prova le caviglie, per raggiungere il punto della freccia che incontrammo prima di salire all'Eremo di San Giorgio, che ci indicherà la strada per il Santuario di Conche. Il cammino si fa più tranquillo e un passo dopo l'altro arriviamo in questo mistico luogo.

 Il Santuario di Conche sorge a pochi metri dalla vetta, chiamata "Gosi" dove avvicinandoci troviamo una grande croce di ferro che segna il confine tra Lumezzane e Caino.
Secondo la tradizione, il Santuario venne costruito e difeso da S. Costanzo di Niardo in Vallecamonica, vissuto tra il XI e il XII secolo. Sembra che a seguito di una ferita ricevuta in battaglia, Costanzo ebbe in sogno una visione infernale, che gli fece prendere la decisione di ritirarsi dal mondo in preghiera e meditazione . Ecco che incominciò a cercare un luogo solitario, ed un giorno egli vide una colomba in volo che lo guidò fino al Monte Conche. Qui Costanzo visse circa per quarant'anni dando vita al Santuario dedicato alla Madonna della Misericordia e di un cenobio, nel quale trovarono rifugio pie donne, al cui servizio Costanzo si pose. Dopo la sua morte  e la sepoltura in questo luogo, il Santuario venne da prima affidato ai Frati Umiliati (anno 1151) e poi alle Monache Domenicane di Santa Caterina di Brescia (intorno all'anno 1443). Durante la permanenza delle ultime, diedero inizio alla ricerca del corpo di Costanzo, la cui scoperta risalì al 1481. Venne diffusa la notizia e la popolazione (sopratutto quella di Nave) , trafugaro le spoglie del Santo per impedire la traslazione delle sue spoglie dal Santuario di Conche alla chiesa di Santa Caterina a Brescia (casa madre delle domenicane). Ma l'autorità religiosa rientrò in possesso e le sue spoglie vennero divise in parte alla Cattedrale della città, in parte al Convento delle Domenicane, e al Santuario di Conche fu destinato solo l'osso di un braccio.
Nel 1798, periodo napoleonico, fu decretata la soppressione del Monastero di Santa Caterina in Brescia e alcuni anni dopo le spoglie di S. Costanzo furono portate nella parrocchiale di Nave (anno 1805).
Durante la Repubblica Cisalpina anche il santuario di Conche passò nelle mani di privati fino a che, nel 1837, divenne proprietà della fabbriceria parrocchiale di Nave. Nel 1881 il fabbriciere Giovanni Pasotti donò il territorio di Conche al Comune di Nave, ma la gestione del Santuario rimase, e lo è ancora tutt'oggi, affidata alla Parrocchia di Nave, che diede vita alla “Pia Confraternita del Santuario di Conche in Nave” della quale fanno parte anche confratelli di Lumezzane e di Caino. I membri della Confraternita, divisi in quattro gruppi di volontari, assicurano l'apertura del Santuario, alternandosi da maggio a settembre, una settimana ciascuno, accudendo ai locali e offrendo a modico costo vitto e alloggio ai pellegrini.

Felici di essere arrivate in questo luogo e dopo aver apprezzato e goduto di ogni attimo, in questo posto davvero mistico, ritorniamo sui nostri passi ripercorrendo quasi tutto il percorso (tranne la salita all' Eremo di San Girogio) fino a Caino.

“A chi cammina non si muovono solo gli astratti pensieri nel cervello, ma si mettono in movimento carne e sangue, così le sapienze inconsce depositate negli organi possono mobilizzarsi, montare in alto e riaffiorare nella coscienza” (Mechthild Scheffer “Le piante per la psiche”).
 
Sonia Piccoli - Camminando qua e là
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