Bonnie e Clyde
di Ubaldo Vallini

«Mi scusi, che ore sono?». La coppia di turisti tedeschi, 25 e 27 anni, era impegnata in una vacanza itinerante e stava preparando la ripartenza da Salò, quando è stata avvicinata dai due che poi si sono rivelati essere rapinatori



Lei è di Salò, oggi ha 22 anni e a dicembre del 2009 aveva già problemi di tossicodipendenza.
Era salita fino a Sabbio Chiese col motorino, e sì che faceva freddo, era dicembre, per partecipare ad una festicciola con altri compagni adolescenti.
Droga e alcool, un mix demenziale e demoniaco, a fare da sfondo di quello che poi era trasformato in uno stupro di gruppo.
Tutti minori i soggetti coinvolti, che avevano abusato di lei in quella che era stata definita una "tragica normalità" e che aveva tanto scosso l'intera provicnia bresciana.

Lui, giovane immigrato marocchino di Sabbio Chiese, oggi 31enne, era stato arrestato nel 2008 per sequestro di persona e violenza sessuale.
Aveva 24 anni: sempre a Salò e sempre armato di coltello, era salito nell'auto di una giovane coppia, l'aveva rapinata e si era fatto portare fino a Sabbio Chiese.
Qui lui era scappato a chiedere aiuto, lei non c'era riuscita ed è stata violentata alla Fratta.
Sequestro di persona e stupro l'accusa a carico del marocchino: era finito in galera e ne era uscito solo lo scorso e ne era uscito solo qualche giorno fa.

I due, Bonnie e Clyde fra Garda e Vallesabbia, si conoscevano, avevano avuto una relazione già prima che lui finisse in galera.
Erano insieme anche mercoledì mattina a Salò, quando hanno incontrato la coppia di tedeschi che armeggiavano attorno alla loro Skoda Felicia per ripartire, in un parcheggio della zona del mercato.

«Che ore sono per favore?»
E quando il tedesco aveva infilato la testa nell'auto e le chiavi nel quadro per accendere il cruscotto, ecco che si è materializzato quel coltellaccio con la lama di 20 centimetri: «Sali in auto e stai zitto, altrimenti ti ammazzo».

Lei si è accomodata dietro con la moglie del malcapitato e per farle capire bene cosa stava succedendo, non ha lesinato con gli insulti, gli schiaffi e le mani al collo, assumendo così una parte decisamente attiva nel sequestro.
Minacciato dalla lama alla gola, il turista è stato costretto a guidare fino a San Felice del Benaco. Qui la moglie, giovane professoressa di inglese, è stata fatta scendere nei pressi di un bancomat, costretta a prelevare 190 euro. 

Poi via, sempre con l'auto, direzione di Villanuova, dove hanno imboccato la via Valverde che sale verso Bondone.
Hanno fatto poca strada, aggiungendo al bottino altri 100 euro che i due tedeschi avevano in tasca, i telefoni cellulari, una fotocamera, i vestiti e l'Ipad, hanno fatto scendere i turisti e li hanno lasciati a piedi.

I rapinatori sono saliti ancora, ma di poco, arrivando nei pressi della frazione Bondone.
Appena prima delle case c'è un piazzaletto sulla sinistra con una fontanella. Hanno parcheggiato, recuperato i beni che avrebbero potuto trasportare a piedi e dato fuoco all'auto, dimostrando così la loro "professionalità" nel nascondere le tracce che avrebbero potuto "incastrarli".

Non avevano fatto i conti con la conoscenza del territorio e con la sagacia dei carabinieri di Gavardo, coordinati dal comandante Santonicola che pure si trovava in ferie e dal suo vice Napolitano, poi supportati dai colleghi del Radiomobile salodiano con il luogotenente Fabrizio Cosimo al comando, e dall'intera compagnia salodiana diretta dal capitano Lubello.

Erano le sei del mattino quando i due tedeschi hanno preso a scampanellare alle case che incontravano scendendo verso Villanuova, senza però riuscire a farsi capire.
E' stato qualcuno dei villanovesi a chiamare il 112, raccontando che c'erano degli ubriachi in strada che disturbavano la quiete pubblica. 
A quell'ora stava per smontara dal servizio notturno una pattuglia dei carabinieri di Gavardo e sono stati loro ad individuare i due rapinati, ad accoglierli in caserma, a farsi raccontare quel che era successo.

In breve hanno messo insieme gli elementi necessari per capire chi erano i rapinatori, almeno uno di essi, la donna, individuata grazie alla descrizione dei tatuaggi impressi indelebilmente sul collo e sulla schiena.
A quel punto ci hanno messo meno di un'ora a rintracciarla, in un bar nei pressi dell'Italmark di Villanuova, e ad arrestarla. E' finita dritta a Verziano.

I militari conoscevano anche le sue frequentazioni.
Lei ha provato a depistarli, indicando per compagno un altro che invece in quel momento si trovava in Marocco.
Alla fine, per esclusione, i carabinieri sono arrivati al vero colpevole.

La refurtiva è stata recuperata in una cascina dietro all'Italmark che spesso funge da rifugio di disperati e senza tetto, il Clyde valsabbino invece era a casa sua, a Sabbio.
Quando sono scattate le manette ha provato a negare tutto, anche all'evidenza, quando è stato riconosciuto dai due turisti tedeschi.
Questo però non gli ha impedito di tornare a Canton Mombello.

.in foto l'auto dei turisti tedeschi mentre va a fuoco nel piazzale della frazione villanovese di Bondone.







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