Le parole dell'estate
di don Claudio Vezzoli

La parola e le parole sono un ottimo spunto per vivere l’estate, una estate di “qualità” ovvero non un tempo solo per divertirsi e riposare, ma occasione per scoprire alcune parole-chiave che riguardano la nostra esistenza


All’inizio del cristianesimo una frase sconcertante sia avviava ad essere pronunciata all’interno dell’impero romano: ”Abba, dimmi una parola”.
Persone che cercavano un “anziano” per chiedergli un insegnamento che, sorto da una esperienza di vita nello Spirito, potesse diventare un prezioso aiuto per altre persone, parole nate nel deserto di Egitto, Palestina, Siria e Persia per aiutare chi aveva bisogno di una traccia per camminare con il Signore.
Le parole che uscivano da quelle esperienze erano capaci di scendere in profondità e di orientare la vita interiore dell’ascoltatore,accolte nel cuore, meditate e poi messe in pratica.

Col tempo sono diventate un vero “lessico del deserto” ed una spiritualità raccolta nei “detti dei padri del deserto” dove noi abbiamo potuto conoscere la sapienza e la profondità di tante persone che allora hanno mantenuto alta la qualità della vita cristiana e, messe per iscritto, hanno contribuito ad indirizzare le generazioni successive.
La bellezza di questa spiritualità consisteva nella consapevolezza che ognuno era “abba” e discepolo contemporaneamente, unica condizione era quella dove ognuno era autentico nel parlare  e nell’agire.

Il fondamento di questo cammino è la vita spirituale, altrimenti non c’è vita cristiana, e l’obiettivo di introdurre il cristiano ad una vera e profonda esperienza di Dio è l’aspetto più importante.
Nel nostro contesto dove domina l’ansia pastorale, dove la fede corrisponde all’impegno nel mondo e nella società ricordarci che senza radicamento nella Scrittura, come fecero questi padri, e senza l’Eucarestia la vita cristiana è vanificata e resta più nulla.

I “Padri del deserto” ci ricordano che la vera vita cristiana è la vita spirituale guidata dallo Spirito Santo, dove trova posto l’ascesi e la bellezza. “È la bellezza che emerge dalla sobrietà, dalla povertà, dalla lotta contro l'idolatria e contro la mondanità.
È la bellezza che rifulge là dove si fa vincere la comunione invece del consumo, la contemplazione e la gratuità invece del possesso e della voracità” come ebbe a scrivere E. Bianchi.

Tutto questo avviene nella misura in cui la vita cristiana e spirituale non si separi dal corpo,
ma a partire da esso si elevi ai sensi dello Spirito, dove si è vigili e svegli  e non intorpiditi dalle cose del mondo, dove si lotta in sé stessi per vincere il male e rimanere fedeli a Cristo, dove esiste l’impegno a vincere gli idoli.

In fondo la strada che conduce a cercare gli idoli resta sempre la stessa
: le strade degli idoli sono sempre affascinanti e sempre più dorate, ma si rivelano delle schiavitù in cui è difficile uscirne.
La vita spirituale è anche un combattimento per vincere il disgusto della vita, la noia, lo scoraggiamento, la pigrizia, la sonnolenza, la malinconia, nausea, riluttanza, tristezza, demotivazione.

Le parole buone  per vivere un’estate controcorrente possono apparire ”fuori moda”, ma il cristiano sa che sono le parole da applicare alla propria vita per essere discepoli dell’unico maestro ed educare noi e gli altri alla vita buona del vangelo. Buona estate

Don Claudio
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