Altri venti profughi a Gavardo
di Ubaldo Vallini

Sono ospitati nella struttura privata di via Quarena dove alla fine di maggio ne erano arrivato già una prima ventina. Il sindaco: «Mi sento offeso per le modalità adottate dalla Prefettura»



«Si convocano i tavoli per parlarne e discuterne poi si tengono imboscate come queste. Si, ha capito benissimo, sto parlando proprio di imboscata».

Il sindaco di Gavardo Emanuele Vezzola, che dovrebbe godersi un periodo di ferie con la famiglia, ieri era su tutte le furie: «Non abbiamo mai alzato barricate, siamo sempre stati disponibili al dialogo ed il risultato è questo? L'abbiamo saputo per caso dall'Asl della presenza di altri 20 profughi nella struttura privata di via Quarena ed ho dovuto mandare i vigili per verificare se fosse proprio vero».

«Prima si fanno i tavoli di concertazione e poi, nottetempo e di nascosto, si agisce a questo modo? - aggiunge il primo cittadino -. Per essere ascolati cosa bisogna fare? Incatenarsi da qualche parte ed attirare l'interesse dei media?»

«E non mi si venga a dire che manchiamo di reponsabilità o di senso civico - dice ancora Vezzola -. Vogliamo anche noi regolarci come Del Bono a Brescia, che ha posto il limite di 300 profughi oltre il quale la città non è in grado di accoglierli».

Basta fare le debite proporzioni: visto che Gavardo è 17 volte più piccola di Brescia il limite per la cittadina valsabbina è già stato superato con l'arrivo di 18 persone.


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