Di lei tutti ricordano il fascino e la bravura
Antonella Tiboni, 47 anni, sposata con Stefano Artifoni, titolare con il marito della omonima agenzia Immobiliare di Salò, era una donna molto conosciuta, ammirata, rispettata per la bravura professionale, subito riconoscibile per il suo fascino.

Antonella Tiboni, 47 anni, sposata con Stefano Artifoni, titolare con il marito della omonima agenzia Immobiliare di Salò, era una donna molto conosciuta, ammirata, rispettata per la bravura professionale, subito riconoscibile per il suo fascino.
Abbiamo trovato tracce della sua notorietà, quasi subito, ancora vicini al luogo della tragedia. «È la figlia del signor Dario - ci hanno detto un paio di autisti - si quelli dell’Immobiliare di Salò...». Non difficile ricevere la telefonata di un amico di studi: «Era al liceo con me. Nonostante una bellezza indimenticabile, non stava sulle sue.. Non ci credo.».
Il nostro collega ha incrociato immediatamente la storia della povera vittima: «Li conoscono tutti, i Tiboni. Adesso lei e il marito vivevano a Raffa di Puegnago, ma la famiglia è di Salò. Il padre Dario ha fondato 60 anni fa l’Agenzia immobiliare, un’agenzia storica. Poi sono subentrate le figlie, Antonella con il marito e la sorella Alessandra. Una famiglia unita, il padre e la madre, Dario e Domenica, riferimenti quotidiani di famiglie unite».

«Antonella - dicono alcuni amici - era molto legata alla figlia di sua sorella Alessandra, nata da pochi mesi».
Martina, il nome della bimba, era quasi una specie di figlia per la signora Antonella, il suo arrivo aveva reso tutti felici, i nonni, i genitori, gli zii.
La scomparsa di Antonella Tiboni è passata in centinaia di case, appena le agenzie e le televisioni hanno dato la notizia della tragedia e il passaparola ha ricostruito l’identità della vittima. «Una bella signora - le parole di tutti - molto gentile, brava nel suo lavoro. Una donna dinamica...».
Il dinamismo di Antonella Tiboni comprende la strada della fine. Al di là di ogni responsabilità, ognuno di noi che si assuma la scelta di vivere certi giorni incontrollabili, corre il rischio di perdere la vita mentre torna a casa. Sembra che la morte non insegni alla vita e la strada continui a strangolare le nostre nevrosi travestite di vitalità.

Molti hanno percorso la storia sociale di questa signora e dei suoi famigliari intorno a quella agenzia immobiliare fondata dal padre Dario. Molto più di un’agenzia, un luogo in cui conoscersi, rinforzare amicizie, fondare legami solidi. Se non fosse così, se non si presentasse così intenso il rapporto tra terra e vita, per quali ragioni avremmo incontrato i Tiboni appena fuori da Brescia e da Salò, avanti e indietro, fino all’ora tarda, quando il giornale è in chiusura?
Gli amici, gli affetti, gli affari, tutti connotati da sentimenti più che da numeri, interessati a non perdere il rapporto con i Tiboni, con l’agenzia intesa proprio nella sua etimologia, come luogo che agisce e si lascia agire.

Perdita pesante, quella della signora Antonella, perdita carica di significati per chi si allontana e per chi resta. Non è il momento della pedagogia, ma sarà bene il momento che ci si imponga una tregua, si impedisca alla nostra frenesia di rincorrere e fermare, impossibilmente, la luce che si allontana. Come nel crepuscolo di ieri.

(t. z) dal Giornale di Brescia
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