In fuga dopo lo schianto
di Val.

Non si è fermata a lasciare le proprie generalità dopo aver urtato un'auto in sosta. Gli agenti della Locale dell'Aggregazione valsabbina però la rintracciano e la mettono di fronte alle proprie responsabilità



Il fattaccio è successo ieri mattina poco prima delle 11 in via Tita Secchi a Vestone, quando una donna su una utilitaria Peugeot ha urtato l'Alfa Mito del diacono di Casto, regolarmente parcheggiata dalle parti del bar tabacchi che c'è in mezzo alla "stretta" di Nozza.

Il "galateo dell'automobilista" vorrebbe, in questi casi, che il danneggiatore, ancor di più in mancanza del danneggiato, lasciasse almeno un biglietto con le proprie generalità, per poi regolare la questione con una successiva telefonata e con le rispettive compagnie assicurative.

Invece no: la signora in questione se n'è semplicemente andata via.
Hanno notato la manovra dei passanti che, individuata una pattuglia di vigili impegnati in zona per controlli vari, han raccontato loro i fatti sopra esposti.

Ottenuta la descrizione del mezzo, quelli si sono messi suelle sue tracce, chiedendo alla centrale operativa di dare una veloce occhiata alle immagini registrate dalle telecamenre a circuito chiuso che in zona non mancano.

Et voilà: l'auto è stata in un istante identificata e in una manciata di minuti anche individuata e fermata.
Messa di fronte alle proprie responsabilità, la donna, una neopatentata residente a Vestone, ha ammesso il fattaccio, chiedendo scusa.

Non sarà sufficiente:
oltre a rispondere del danno inferto all'auto dell'incolpevole diacono, infatti, dovrà rispondere anche di "fuga da incidente", per non aver ottemperato all'obbligo di fornire i suoi dati.

Una sorta di "omissione di soccorso", insomma, anche se riguarda per fortuna solo le lamiere.




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