Il barone di Münchhausen
di Redazione

Non solo lago, ma anche la viabilità, al centro delle discussioni a Idro: «Il sindaco di Idro dice no alla mozione della minoranza  sull'entrata al paese. E ancora non si sa come farà ad ottenerla» scrive Alessandro Vaglia



Appare evidente che il sindaco Nabaffa vuole restare libero di spendere i soldi del fondo ODI, il fondo interregionale istituito dalle province autonome di Trento e Bolzano per i comuni di confine, ma appare ancora più evidente che non ha le forze necessarie per la realizzazione più importante, perché rimandata annosamente e ingiustamente: l'entrata al paese.
A questo proposito vi rimando al mio scritto in Vallesabbianews: il pregiudizio dell'incapace sul capace?

Sulla mozione per l'entrata al paese
, presentata dalla minoranza, egli ha risposto picche, votando contro e mostrando in questo di non esser meno contraddittorio del barone di Münchhausen, quando il nobilissimo, imbrogliato in un pantano sul suo cavallo, con il solo aiuto della sua mano, seppe portar in salvo vita e bestia tirandosi per i suoi capelli.

La risposta del sindaco è stata:
noi votiamo contro la mozione perché non differisce di nulla dai nostri proponimenti, cioè ne è identica, e sarebbe da emendare in mille parti, cioè non è identica.
Insomma per una buona traduzione, noi non votiamo la vostra proposta perché siamo d'accordo con quanto dite voi in nulla, fate voi...

In realtà, io traduco, non votiamo la vostra mozione perché non abbiamo le forze per poi sostenere il nostro proponimento (la mano di Münchhausen) e perché siamo in disaccordo a prescindere, in quanto conviene, così sbrighiamo con rapidità questa fastidiosa faccenda... Ma il merito?

Sappiate che ancora nel 2009 Nabaffa rinunciò all'entrata conquistata per il nostro territorio, con impegno da parte della giunta Augusta, e finanziata per 3,5 milioni di euro.
Rinuncia che fondava la sua affermazione sul presupposto ideologico che dovesse essere ancora allora, l'entrata al paese, emendata in mille punti, perché, ancora per questo specifico caso, Augusta era da emendare senza se e senza ma.

Boh.. quanta incapacità del senso economico della politica c'è in questa mia nuova affermazione, solo Iddio lo sa..

Poi la giunta Nabaffa, visto il danno subito dal paese per quella sciagurata decisione, presentò i suoi progetti per l'entrata, tutti falliti, non per ultimo quello che veniva compreso in un gruppo di progetti con aggregata la rotonda di Caffaro, questa finanziata in toto per un importo pari a quello necessario per realizzare l'entrata al nostro paese.

Mentre l'entrata a Idro resta per ora uno dei tanti sogni presentati al primo consiglio comunale del nostro benemerito sindaco, ancora da pensare e finanziare.

È evidente tutto quanto premetto sopra insomma.., ma..,

..mi ha in particolar modo colpito, della dimensione attuale del potere, una smorfia di stizza sul viso del nostro sindaco, allorquando la sig.ra Candida Bertini ha costituito una domanda in sé sinceramente truffaldina, per un pubblico poco sensibile a certe manifestazioni di socialità, ma che, purtroppo o per fortuna, conteneva l'oggetto della comunità: la socialità e sua economia.

La domanda: perché la Tasi e l'Imu non sono misurate differentemente per chi sulle seconde case affitta, rispetto chi le seconde case le tiene sfitte? e in specifico, perché non si fa pagare di più ai secondi che non operano in regime di socialità?
Conosco comuni che lo fanno, dice la signora.

Appare qui, all'interno di questa domanda, cosa significhi economia della socialità
, Candida non ha fatto altro che suggerire un modo per il Comune di far cassa e di esser giusto, di muovere ciò che per inerzia sta, di sollecitare le seconde case sfitte ad esser affittate, producendo così un circolo virtuoso.

Ma si sa, la razionalità, sull'oggetto comune, ha perso ormai tutto il suo valore in quelli che non comprendono che i propri interessi in questa dimensione del razionale, per come per i loro stessi interessi sono comunque già in difficoltà su questo punto, figuriamoci se deve esser per gli altri.

Una domanda all'apparenza fuori luogo
, rispetto all'ordine del giorno, che vedeva entrata al paese e zona artigianale come protagonisti, ma che, per come quel luogo dovrebbe essere, manda un segnale preciso a tutti coloro che lì dovrebbero operare.

Si, perché operare, nel contesto sociale, significa prima di tutto occuparsene, mostrare attenzione per questi argomenti e non produrre smorfie di stizza, come al sentir puzza di bruciato.

Insomma, la socialità a buon mercato,
e come pretesto elettorale, è ancora strumento di propaganda politica e di convincimento, tutto qui lo spazio che gli si dedica, poi subentrano le smorfie in chi starebbe in Comune per governarla.

Capisco sig. Sindaco che lei non governa gli eventi ma li subisce in toto, lo capisco perché la sua smorfia non era dovuta in malafede e contro la logica del sociale, non è il suo caso, ma d'altra parte contribuisce a dimostrare che non ha la forza per governarli.

Sappia il nostro sindaco che questo atteggiamento esprime impotenza ed è il terreno fertile dell'egoismo, che vede l'opportunità di quanti prosperano nella scarsità delle risorse.

Finisco qui il mio articolo dove più mi premeva arrivare, oltre ogni zona artigianale e oltre ogni ponte vero o falso che sia, ammonendo chi mi legge sul significato dell'immagine proposta a corredo di questo scritto, che esprime la fine di ogni individuo, gruppo sociale, o umanità, quando al posto della ragione si sostituisce la fede.

Alessandro Vaglia


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