Morire a vent'anni
di val.

Stefano Segala aveva compiuto venti anni lo scorso 25 gennaio. Ieri mattina era alla guida della vecchia Bmw 318 del padre ed erano le tre di notte quando si è infilato nella galleria San Biagio per l’ultima volta...


Il destino ha voluto che quattrocento metri dopo trovasse la morte contro un camion: prima nello schianto, poi avvolto dalle fiamme.
L’esatta dinamica dell’incidente è al vaglio della Stradale, intervenuta sul posto con due pattuglie da Salò e da Darfo. Sembra però che non ci siano molti dubbi su quello che è effettivamente successo.

La vettura, che stava salendo da Gavardo in direzione di Salò, ha invaso l’opposta corsia di marcia ed il camionista che arrivava dall’altra parte nulla ha potuto fare per evitarla.
Dopo l’urto, violentissimo, il “treassi” ha proseguito la sua corsa con l’auto incastrata sotto il muso per una sessantina di metri almeno, prima di riuscire a fermarsi strisciando contro la parte destra del tunnel.

La forte pressione fra le lamiere, la fuoriuscita di carburante, il calore e le scintille provocate dallo sfregamento, hanno a quel punto innescato un incendio che ha presto avvolto entrambi i mezzi.
Ferito, ma non in modo grave, il camionista sessantenne che abita a Idro e nel centro rivierasco lavora per la Esti di via Bertini, è riuscito ad allontanarsi rimanendo però intossicato dal fumo che presto ha invaso il tunnel.
Soprattutto per questo il suo ricovero all’ospedale di Gavardo con codice giallo.

Per fortuna in quel momento il traffico era ridotto al minimo.
L’incendio avvenuto a metà della galleria, infatti, non ha impedito ad alcuni veicoli di entrarvi nelle fasi immediatamente successive.
Ed è stato panico.

Con le auto c’era la possibilità di fare manovra
e tornare indietro, mettendosi al sicuro fuori dalla galleria.
Con i camion invece no. Uno in particolare, nell’effettuare la retromarcia nella galleria ormai invasa dal fumo, ha finito col grattare per bene la parete laterale della San Biagio.

E’ rimasta ai vigili del fuoco arrivati da Salò
l’incombenza di attrezzarsi con le maschere ed entrare a spegnere l’incendio.
Non c’era più nulla da fare per Stefano Segala, morto con ogni probabilità sul colpo. Il cadavere, carbonizzato, è stato estratto dalle lamiere dell’auto e poi ricomposto all’obitorio di Gavardo.

Con le prime luci del giorno
sono cominciati anche i problemi di viabilità, con lunghe code in entrambi i sensi di marcia.
Tutto il traffico è stato deviato sulla viabilità secondaria impegnando pattuglie di carabinieri e della Locale di Gavardo e di Villanuova.

La famiglia, che risiede a Gardone Riviera, è stata rintracciata dalla Stradale che, in mancanza di documenti andati distrutti nel rogo, ha dovuto prima risalire alla proprietà dell’auto.

Stefano abitava al civico 10 di via Castello, a Fasano di Gardone Riviera. Era nato in Germania, paese d'origine di mamma Rueza, conosciuta e sposata con papà Ruggero.
Della famiglia anche Marina, la sorella maggiore che vive in Germania, Andreas studente dell'Alberghiero e Nicola che frequenta la Scar.

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