I diari di Pietro Zani
di Giancarlo Marchesi

Una nuova, importante tappa, è stata raggiunta lungo il percorso che conduce all’approfondita conoscenza dei diari ottocenteschi del maestro Pietro Zani. Questo sabato un convegno a Sabbio



Sabato 20 giugno alle 10, la sala consiliare del municipio di Sabbio Chiese ospiterà il convegno «Memorie e storia locale: i diari di Pietro Zani».
Coordinati da Alfredo Bonomi, interverranno alcuni docenti universitari di storia della scuola e studiosi di storia locale.

La relazione di Xenio Toscani,
già ordinario di Storia moderna all’Università degli Studi di Pavia, aprirà il convegno.
L’intervento verterà sul valore della storia locale, a seguire Simona Negruzzo, docente di Storia moderna all’Università Cattolica di Brescia, si intratterrà sul piano editoriale degli strutti di Pietro Zani, mentre Maurizio Piseri, che insegna Storia della pedagogia all’Università della Valle d’Aosta, parlerà della didattica e novellistica in Pietro Zani.

A chiusura del ciclo d’interventi Alberto Vaglia, presidente dell’Associazione Amici della Fondazione Civiltà Bresciana, svilupperà una relazione dedicata a Sabbio Chiese al tempo del colera, mentre Sintia Bonomini, presidente della Biblioteca sabbiense, intratterrà i presenti con una relazione dedicata ai luoghi in cui visse Pietro Zani.

I dodici diari di Pietro Zani, scritti nel periodo dal 1852 al 1862, hanno conosciuto recentemente una intensa stagione di valorizzazione per merito di Alberto Vaglia, custode dei diari. Grazie al fattivo appoggio finanziario dei Comuni di Sabbio Chiese, Vestone e Pertica Alta, gli scritti di Pietro Zanni sono stati prima riprodotti in copia anastatica e ora si è avviata la loro trascrizione integrale.

Nelle intenzioni degli organizzatori,
il convegno di sabato avrà il compito di aprire una ulteriore pista di ricerca verso una rilettura critica di questi documenti ottocenteschi che spaziano dalla medicina all’arte, dalla scienza alla storia del nostro Risorgimento.
Come evidenzia Piseri i diari sono «una testimonianza delle idealità e dei valori culturali e civili di un maestro del primo Ottocento.

Sotto questo aspetto il valore storiografico e archivistico degli scritti dello Zani – prosegue Piseri – è di un rilievo che va bel al di là della dimensione locale. Ci imbattiamo in una testimonianza preziosa legata alle cosiddette “culture scolastiche”.

Pertanto, non la scuola come è voluta dal potere, ma la scuola come è vissuta e intesa dai suoi attori: maestri e alunni in primo luogo.
Una testimonianza preziosa perché di assoluta rarità. Impensabile da reperire in regioni italiane esterne al Lombardo Veneto, dove esisteva un cospicuo corpo di maestri elementari pubblici con una forte identità professionale e deontologica assente in tutto il resto d’Italia e di gran parte d’Europa».


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