Famiglia di bracconieri recidivi
di c.f.

Un’operazione del Nucleo operativo antibracconaggio della Forestale ha portato alla denuncia di sei uccellatori fra cui un irriducibile di Agnosine beccato con le mani nelle reti per l’ottava volta, con


Se il bracconaggio è un fenomeno che interessa l’intera provincia Bresciana, la Valsabbia vanta purtroppo dei primati in negativo.
Archetti e reti sono ancora gli strumenti privilegiati per catturare di frodo l’avifauna e ciò che sconcerta è, in alcuni casi, la completa mancanza del senso della misura.
È da qualche mese ormai la stagione della caccia è conclusa (anche se qui non si parla di cacciatori!), eppure anche in primavera, stagione della riproduzione, ci sono ancora scriteriati bracconieri che tendono reti e seminano archetti.

Un’operazione del Noa, Nucleo operativo antibracconaggio della Forestale, per quattro giorni un paio di settimane fa ha intrapreso una missione straordinaria su tutta la provincia che ha portato alla scoperta e al sequestro di decine di uccelli vivi e morti, ha permesso di sequestrare 17 reti, 190 archetti non attivi, una gabbia trappola per cornacchie e 17 lacci per volpi e mustelidi e alla denuncia di sei persone.

L’episodio forse più clamoroso ha avuto come teatro le colline di Agnosine: un lungo appostamento ha permesso di bloccare un’altra volta sulle quattro reti un conosciutissimo uccellatore del paese che insieme ai parenti stretti dà vita da anni a una famiglia da record.
Alternandosi, il padre (sorpreso questa volta), il figlio e persino il nonno sono riusciti a farsi denunciare per otto volte consecutive per uccellagione e maltrattamento degli animali.

Non era un novizio neppure il ristoratore sorpreso a Serle: su segnalazione del distaccamento di Desenzano della polizia provinciale, i forestali hanno in realtà individuato il figlio, ma anche il genitore è stato messo sotto accusa per una rete da 30 metri e per i tordi appena catturati e pronti per essere inanellati illegalmente custoditi, però, insieme ad alcuni esemplari morti, nell´abitazione privata e non nell´esercizio pubblico di famiglia; cosa questa che ha evitato una denuncia ulteriore per commercio illegale di avifauna.

In altre zone della Valsabbia gli agenti del Noa sono stati costretti a rimuovere semplicemente alcune reti per un paio di appostamenti.
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