Intimidazione a Forno d'Ono?
Caro direttore, scrivo per segnalarle un grave fatto avvenuto qualche giorno fa in Pertica Bassa, più precisamente nel territorio di Forno d’Ono


Premetto che frequento le Pertiche da circa 40 anni, avendo sposato una “Perticarola” nel 1977.

Ho sempre avuto ottimi rapporti con tutti e con i vicini di cascina non sono mancati reciproci inviti e reciproche collaborazioni nello svolgere lavoretti nei boschi e nei prati.
Le relazioni personali con gli abitanti dei luoghi sono sempre state amichevoli e da molte sono scaturite amicizie che coltivo da una vita. Ho imparato ad amare queste zone delle Valsabbia rimaste fortunatamente meno contaminate dalla globalizzazione e che conservano in sé il fascino e la cultura delle nostre Valli.

Sono apprezzabili dunque gli sforzi delle Amministrazioni pubbliche che nel tempo si sono avvicendate per contrastare l’esodo della piccola comunità e per promuovere il territorio.

Tutto questo impegno però, rischia di essere vanificato da pochi individui che non hanno alcun rispetto per gli altri e per l’altrui proprietà.
Infatti, ecco il fattaccio: la scorsa settimana, tornando alla mia cascina dopo una decina di giorni di assenza, ancora prima di scendere dall’automobile, mi ero reso conto che tutte le  piante di kiwi  che da anni curo e coltivo, erano state orrendamente mutilate e recise alla base del fusto.

Ancora scioccato per tale accanimento,
mi sono diretto verso la porta per accedere alla mia cascina, trovando incredibilmente una fascina intrisa di liquido infiammabile (probabilmente olio che si utilizza per lubrificare le catene delle motoseghe) con vicino un pezzo di cartone, anche la porta di ingresso era stata barbaramente ed interamente sporcata dall'olio.
    
Ovviamente ho subito avvisato i carabinieri della stazione di Vestone, che sono intervenuti sul posto e presso i quali ho successivamente sporto denuncia.

Ora mi chiedo, al di là degli accertamenti che l'Autorità condurrà: perché mai un gesto di tale portata? come è possibile che pochi (ed inqualificabili) individui possano, con questi aggressivi gesti, rovinare l’immagine di un’intera, bella e laboriosa comunità?

Preciso che questo non è il primo atto vandalico che accade a me personalmente e ad altri che amano questi luoghi.
Quanto vi ho descritto, tuttavia, meritava di essere reso noto, per la sua inqualificabile volontà a spaventare senza alcuna ragione o motivo, per la arroganza che manifesta in sé e per la pericolosità intrinseca che palesa.

Vigiliamo tutti quanti affinché fatti del genere non si ripetano mai più, né qui né altrove perché la civiltà del rispetto sia la norma morale che deve prevalere su ognuno di noi.
La ringrazio dello spazio  e dell'opportunità.

Adriano Gobbi

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La domanda è: cosa permette a questi individui di disturbare, impuniti, il prossimo?
Il meccanismo è lo stesso che alimenta, o comunque protegge, ogni fenomeno mafioso: l'omertà.

Nei piccoli paesi della Valle Sabbia, compreso quello nel quale vivo io, in genere si sa tutto di tutti ed episodi come quello che le è capitato non passano mai inosservati.

Ecco però che questi gretti personaggi godono di solida protezione: per paura, per convenienza o per ignoranza.
Sarebbe profondamente giusto, invece, che questi individui venissero isolati, guardati a vista, se non denunciati, da tutte le persone per bene, che sono la stragrande maggioranza.

Bene ha fatto il nostro lettore ad interessare i carabinieri, ma solo quando il paese intero rifiuterà questa "sub-cultura mafiosa" saremo veramente liberi: noi e i nostri figli.

Ubaldo Vallini


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