Mostre a rischio vampirizzazione
di red.

In una realtà come la nostra le risorse a disposizione per la cultura sono limitate. Farle convergere tutte in una unica manifestazione è un grosso rischio. Lo dimostra il caso della rassegna dedicata ad Achille Glisenti.

In una realtà come la nostra, le risorse a disposizione per la cultura sono limitate. Se si fanno convergere in una unica manifestazione non vi è più spazio per altre proposte. Lo dimostra il caso della rassegna dedicata ad Achille Glisenti, figura chiave del panorama artistico bresciano dell’800, "vampirizzata" dal grande evento.

Nel settembre 2006, tramite il suo notiziario l’Associazione Artisti Bresciani annunciava di avere in programma l’organizzazione di una mostra dedicata ad Achille Glisenti, artista bresciano che rappresenta un pezzo di storia della pittura italiana dell’800, in occasione del centenario della sua morte.
In realtà il progetto dell’AAB era stato avviato già nell’anno precedente, per la cura di Luigi Capretti e Francesco De Leonardis, sulla spinta dell’iniziativa assunta da un gruppo di eredi, rivoltisi all’Associazione per promuovere il rilancio della figura dell’artista.
A lavoro già avanzato, un’iniziativa parallela ma autonoma veniva promossa dal Comune di Villa Carcina, associato ad altri enti. Ragioni di opportunità suggerirono di instaurare una collaborazione fra i vari organismi interessati e di costituire un unico comitato, con lo scopo di realizzare un evento di grande rilevanza, con sede espositiva principale nella Villa Glisenti di Villa Carcina, dimora donata quante tempo fa dalla famiglia Glisenti alla comunità di Villa Carcina.
Purtroppo, non essendosi concretizzata la prospettiva di importanti sponsorizzazioni necessarie per tale programma, il comune di Villa Carcina rinunciava all’iniziativa; l’AAB si è impegnata pertanto a riprendere da sola il progetto iniziale, confortata dalla riconfermata disponibilità degli eredi ad appoggiare anche una mostra di ambizioni più limitate, nella sede espositiva dell’AAB.

I curatori hanno quindi ripreso il lavoro di ricerca delle opere e di documentazione sull’attività dell’artista, un lavoro che si è concluso con l’inaugurazione della mostra avvenuta sabato scorso presso la sede dell’AAB, a Brescia, Vicolo delle Stelle 4.
I giornali locali hanno riservato alla prima mostra personale dedicata al pittore Glisenti nella sua città di origine spazi importanti nell’ambito delle pagine culturali, ma a nostro parere non hanno dato sufficiente risalto alla «storia della mostra».
Infatti, come abbiamo evidenziato più sopra, il progetto della rassegna era stato inizialmente accolto dal Comune di Villa Carcina, che aveva deciso di aprire le sale di Villa Glisenti ai quadri provenienti da tutta Italia e dall’Europa. Il Comune, però, ad un certo punto ha deciso di abbandonare l’impresa a causa degli alti costi legati alla mancanza di adeguate sponsorizzazioni.

Perchè? Qui sta il punto. Perchè nel nostro territorio da qualche tempo si organizzano mostre di rilievo internazionale estremamente onerose, dedicate a temi artistici di carattere generale.
Una scelta che di fatto impedisce il reperimento dei fondi per allestire, nella cornice naturale di Villa Glisenti, una rassegna come quella dedicata ad Achille Glisenti.
Ecco cosa abbiamo inteso con "vampirizzazione", da parte del «grande evento» artistico-mediatico che ha richiesto tante risorse economiche da lasciare tutti senza la possibilità di fare altro. Un episodio che non può lasciare indifferenti quanti hanno a cuore la vita culturale ed artistica della nostra provincia che, di fatto, si trova depauperata della possibilità di organizzare eventi almeno "medi" che riguardano la brescianità della cultura.
Il timore è che andando avanti di questo passo rimarranno solo le risorse per eventi di piccola caratura. Speriamo di no.
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