«Alcuni giudizi che non vorrei dare»
di Alice Foglio

Eccoci qui, al mercoledì dopo le “Santissime Feste” del Carnevale di Bagolino, del carnevale dei Bagossi, del nostro carnevale


Le parole positive per raccontare ciò che io e tantissimi altri abbiamo vissuto, si sprecano: allegria, bellezza, divertimento, risate, tradizione, sorrisi, meraviglia, tensione, compagnia, armonia.
Purtroppo però anche un termine davvero brutto è sulla bocca di moltissime persone: schifo!

Già, lo schifo per alcune scene che da qualche anno si vedono durante queste tre giornate di festa.
Lo schifo per il vomito (e tanto altro) che si trova nella strada principale del paese, e nei vicoli vicini.
Già, perché tantissimi ragazzi, per lo più minorenni e giunti dai paesi vicini, arrivano a Bagolino con l’obbiettivo ben preciso di devastarsi.

Uso la parola “devastarsi”, per fare davvero comprendere ciò che avviene.
Si sa, far festa a Carnevale piace anche a noi Bagossi, bevendo magari anche qualche bicchiere in più.
Ma far festa per noi significa prima di tutto stare in compagnia, cantare, ballare, scherzare, sorridersi… sia che si sia maschèr, balarì, suonatori o spettatori.

Devastarsi invece, è un’altra cosa: devastarsi significa andare in ospedale in coma etilico, rischiando in alcuni casi la morte.
Devastarsi significa bere oltre ogni misura, girovagare all’aperto mezzi svestiti, gettarsi in terra in mezzo al proprio vomito, svenire su un muretto rischiando di cadere per molti metri.
Quanti ragazzi abbiamo visto conciati così! Troppi, davvero troppi!

Allora, oltre al termine schifo, vorrei aggiungerne un altro: amarezza
.
Amarezza per vedere queste persone comportarsi in tal modo, amarezza nel sapere che loro la bellezza della festa non sanno nemmeno cosa sia.
Amarezza nel realizzare che moltissimi di quei ragazzi non sappiano nemmeno chi siano i balarì, che chiedano ai bar di togliere dalla radio le nostre musiche tradizionali per mettere musica moderna.

Io personalmente, sono rimasta davvero sconcertata quando ho visto un maschèr che ha provato a coinvolgerli facendo loro uno scherzo, e questi hanno cercato di strappargli la maschera (che è l’insulto più grave che si possa fare a un maschèr) e hanno iniziato ad infamarlo pesantemente senza alcuna goliardia.

E l’amarezza si trasforma presto in rabbia nel sapere che nella notte alcuni ragazzi hanno distrutto un carro di carnevale, costruito con impegno, passione e tempo da alcuni bambini di Bagolino.
Rabbia nel constatare che gli articoli post-carnevale parlano quasi solo di ambulanze, alcool, scene sconcertanti. Rabbia nel parlare con amici di altri paesi che, per sentito dire, sbeffeggiano il nostro carnevale come “quello degli ubriaconi”.
E poi tristezza: nel vedere, tra i tanti, un ragazzino di sì e no 15 anni svenuto in terra, tra la derisione e la superficialità dei suoi amici.

Perché?
Girando per le strade e parlando coi miei compaesani, questa è la domanda sconcertata di tutti.
Perché ogni anno dobbiamo assistere a tutto questo, perché diviene quasi l’argomento principale dei nostri discorsi post-carnevale?
Perché ogni volta dobbiamo vedere tante ambulanze, e pregare che non ci scappi il morto?
Perché le mamme bagosse in questi giorni devono aver paura a lasciar andare i propri figli per le strade di Bagolino?
Perché i signori anziani non vogliono più uscire di casa, per non assistere alle condizioni in cui si è ridotto il “loro” amato carnevale?
Perché la grande bellezza che è il nostro carnevale, deve essere sciupata così?

Quanto sarebbe meglio potersi ricordare dei tre giorni passati per la bellezza che tutti, e insieme, abbiamo saputo costruire.
Ripeto: tutti insieme, bagossi e “forestieri”.
Già, perché se il carnevale di Bagolino è così meraviglioso è grazie all’impegno generoso di ciascuno di noi bagossi, che si mette in gioco col cuore per far riaccadere la tradizione ogni anno. Ma il carnevale è bello anche grazie a quei “forestieri” curiosi che salgono a Bagolino per vedere ciò che avviene, che se ne meravigliano, che sanno viverlo secondo il loro ruolo, stando allo scherzo e lasciandosi coinvolgere dalla passione e dall’atmosfera.

Allora grazie a tutti voi, perché sono stati tre giorni grandiosi.
Non lasciamoci rubare l’entusiasmo da ciò che di brutto è successo ma anzi usiamo questo entusiasmo per trovare qualche soluzione concreta, e per confrontarci con impegno.
E facciamo sentire i nostri desideri e le nostre critiche alle autorità amministrative e alle forze dell’ordine, che dovrebbero fare molto di più, cominciando dalla prevenzione.

Alice Foglio

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