Un bagosso a Roma
di Ubaldo Vallini

Il sindaco bagosso e presidente dell'AssComiConf Marco Scalvini ora vede il bersaglio. Se ci sa fare, con l'arco dei 174 Comuni che lo sostengono e la freccia della minaccia secessionista, riuscirŕ anche a centrarlo.

“Ho avuto modo di discutere dei nostri problemi con un ministro che ha fatto anche l’assessore comunale. Forse anche in virtù di questa esperienza e certo per la disponibilità dimostrata, non ci ha messo molto a comprendere di cosa si tratta”. Dopo le prese di posizione minacciose “cento autobus carichi di montanari sono pronti a scendere verso Roma” oppure “o ci ascoltano o rischiano di ritrovarsi sul tavolo cento domande di referendum per il cambio dei confini regionali”.
Dopo le manifestazioni “ad effetto” come quella di inscatolare in piazza Duomo a Milano 174 fasce tricolori da inviare al Presidente della Repubblica con una lettera accompagnatoria del tipo “Napolitano aiutaci tu perché noi non sappiamo più come andare avanti”.
Dopo i 15 emendamenti alla Finanziaria fatti presentare da una sessantina di deputati “trasversali” agli schieramenti, tutti bocciati.
Dopo tanto penare, in somma, una delegazione dei 174 sindaci che hanno aderito all’AssComiConf, l’associazione che ha preso le difese di altrettante municipalità “di confine”, ieri è riuscita a farsi ricevere dal Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Locali Linda Lanzillotta.

Oltre al presidente di AssComiConf e sindaco di Bagolino Marco Scalvini, c’erano il primo cittadino di Arsiè (BL) Ivano Faoro, quelli di Pino sul lago Maggiore (VA) e di Valsorda (CO) Mauro Fiorini e Alberto De Maria, il senatore per il Trentino Sergio Divina. Le nubi nere che prima erano all’orizzonte si sono diradate e, se non splende ancora il sole, poco ci manca. Argomento del colloquio, le recriminazioni che da tempo vanno esponendo i sindaci di quei comuni che essendo “di confine” si ritrovano a fare i conti con un vicino che ha l’erba “verdissima”.
Peculiarità che, come abbiamo più volte riportato dalle colonne del nostro giornale, provocano emorragie di cittadini, di aziende e di società, in alcuni casi persino di scolaretti dell’asilo. Una norma “antisecessione” per calmierare il fenomeno era già stata approvata ed aveva previsto un fondo di 20milioni di euro giudicato da AssComiConf insufficiente, oltre che iniquo perché era “una tantum”, e perché era stato distribuito praticamente a pioggia per tutti i Comuni delle intere Province confinanti con le Regioni a Statuto autonomo.

Cosa cambia adesso? Abbiamo chiesto a Scalvini: “Cambia che i 20 milioni di euro sono diventati 25 e che ci saranno anche per il prossimo anno. Cambia che il Ministro Lanzillotta ci ha promesso fin dalla prossima settimana un tavolo tecnico per applicare nella distribuzione delle risorse criteri che rispettino le finalità per cui il fondo è stato creato, salvaguardando cioè i Comuni più estesi e meno popolosi, con il reddito Irpef più basso, su progetti strutturali ma anche sociali – ci ha detto -. Cambia che ci è stato assicurato che verrà verificata la possibilità di portare risorse per ulteriori 10 milioni di euro anche ai Comuni di seconda fascia”.
Scalvini si è detto fiducioso, dunque, che nei prossimi giorni un emendamento alla Finanziaria possa dare loro ragione: “Non importa chi lo presenterà, lo faranno probabilmente un gruppo di deputati dei diversi schieramenti perché questa è l’applicazione di una politica intelligente che privilegia la capacità di trovare soluzioni a problemi concreti”.
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