«Il lago va regolato, non regalato»
Caro Direttore, la combinazione di due fattori ci induce a scriverle. Il primo è il Consiglio Comunale svoltosi a Idro, il secondo è un importante documento che abbiamo avuto occasione di verificare


Iniziamo, però, la nostra storia dal 2008, data della firma dell’Accordo di programma (A.d.P.). A partire da quella firma, Augusta Salvaterra e il suo gruppo, diventano coloro che hanno venduto il Lago. L’A.d.P. viene presentato dai Comitati, e dall’allora opposizione guidata da Giuseppe Nabaffa, come il documento che sostanzialmente autorizza la Regione a costruire le opere e, soprattutto, a disporre del Lago.

G. Nabaffa, grazie anche a questa ricostruzione, presentandosi come colui che si batterà per la salvaguardia del Lago contro l’A.d.P., vincerà le due successive tornate elettorali.
E’ uno schema molto semplice che è stato ampiamente ribadito nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale.
C’è chi ha venduto il Lago, c’è un documento che conferma la vendita e c’è chi si batte attraverso i ricorsi per salvare il Lago, cercando di limitare gli effetti di quel famigerato A.d.P. del 2008.

Ma chi nel corso dell’ultimo consiglio ha più volte accusato Salvaterra di aver venduto il lago ha detto tutta la verità?
Perché è stata rifiutata la richiesta di Giuliano Rizzardi di un pubblico confronto?

Nel 2010, la Giunta Nabaffa presenta il suo primo ricorso.

Chi presenta un ricorso è indotto a farlo perché ritiene che i propri diritti siano stati violati ed intende ottenerne il rispetto.
Per raggiungere questo obiettivo, porta a sostegno delle proprie ragioni tutti i più importanti elementi normativi che reputa siano a proprio vantaggio.

Nel primo ricorso, la Giunta Nabaffa, sorprendentemente, incoerentemente, per “difendere il Lago” porta a sostegno delle proprie ragioni un documento: l’A.d.P. del 2008.  
Sembra assurdo, ma è proprio così: dopo averlo presentato al paese come l’atto del tradimento, l’atto che apriva le porte alla Regione, la Giunta Nabaffa utilizza l’A.d.P.  davanti alle istituzioni, lontano dal paese, come il principale documento grazie al quale è possibile difendere il Lago e ne chiede, ripetutamente, il rispetto. Una versione per il paese, la versione opposta per i giudici.

Esaminiamo allora, sinteticamente, il ricorso presentato dalla Giunta Nabaffa.
Nella prima parte del ricorso viene riassunta storicamente l’intera vicenda delle opere.

L’origine delle opere viene identificata dalla Giunta Nabaffa, non nell’Adp come sostiene sempre davanti al paese, ma nella paleofrana e nella dichiarazione di inagibilità della galleria degli agricoltori pronunciata dal Rid nel 2005. (vedi pag. 2-3 punti 1-2-3).

Sempre a proposito dell’A.d.P. , nel proprio ricorso, la Giunta Nabaffa afferma: “l’intento delle amministrazioni interessate all’accordo era, dunque, quello di ricercare nel ripristino delle condizioni di sicurezza del lago e nella valorizzazione del sistema ambientale l’effettiva salvaguardia del bene demaniale”. (vedi pag.4 punto 6)

Nella seconda parte del ricorso vengono elencate le principali conquiste ottenute dall’A.d.P. quali:
•    stabilire che l’imposta della nuova traversa fosse fissata mantenendo la quota dell’attuale traversa,
•    fissare la quota di massima regolazione a 368,50 e la quota di minima a 367,20,
•    definire un’escursione massima dei livelli del lago pari a 1,30,
(vedi pag. 4-5)

Proseguendo nella lettura del ricorso, si riconosce che la Giunta Nabaffa vuole il primo ricorso perché ritiene che il progetto definitivo della Regione, violi le conquiste ottenute con l’A.d.P. in particolare:
•    “Sul rispetto del deflusso minimo vitale (DMV),
•    Sulla quota di regolazione del lago,
•    Sulla massima quota di escursione del livello del Lago”,

La Giunta Nabaffa nelle conclusioni così afferma:
“Ebbene tali scelte progettuali (quelle del progetto definitivo) non possono considerarsi solo una trascurabile variazione tecnica, ma si sostanziano in una modifica dell’opera del tutto incompatibile con la misura massima di escursione del lago (1,3metri) individuata in sede di A.d.P. proprio per la salvaguardia e la tutela ambientale” (vedi pag.9
Questo è il ricorso presentato dalla Giunta Nabaffa.

La Giunta Nabaffa ha sfidato la Regione e questa, venendo meno qualsiasi vincolo imposto dalle trattative, ha usato pienamente la propria forza, peggiorando nettamente il progetto definitivo delle opere del 2010 rispetto al progetto preliminare del 2007.
E la Giunta Nabaffa, consapevole che il netto peggioramento del progetto dal preliminare al definitivo è avvenuto durante la propria amministrazione, lontano dal paese, consapevole delle sue colpe e consapevole che l’unica possibilità di salvezza era nell’A.d.P. non esita ad aggrapparsi ad esso esaltandolo davanti ai giudici.

Il ricorso verrà perso perché presentato in ritardo.
Il legale verrà comunque pagato € 10.000,00.
Le modifiche peggiorative del progetto definitivo per effetto di questo ritardo diventeranno permanenti.

Dopo aver letto questo ricorso si capisce ulteriormente che l’A.d.P. sottoscritto nel 2008 doveva essere difeso e sviluppato, ma così non è stato perché l’amministrazione Nabaffa ha rotto il fronte dei comuni del Lago litigando con loro, si è isolata e così non ha più avuto voce in capitolo e la Regione è andata avanti.

La verità è tanto più difficile da sentire tanto più a lungo la si è taciuta” (Anna Frank).

Augusta Salvaterra, Capogruppo “Lago e Paese”

Il ricorso è scritto in modo semplice e comprensibile, chi vuol farsi un’opinione personale lo può leggere in allegato.
.la foto è di Oscar, da Anfo
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