«Rompere il cerchio del male»
di Laura

Con questa frase, Don Fabio Corazzina ha concluso la serata dedicata all'approfondimento delle basi della convivenza e ai conseguenti diritti e doveri di ogni cittadino, questo venerdì sera in biblioteca a Vobarno



Serata interessante con puntuali spunti di approfondimento, quella organizzata ieri sera dal Centro culturale islamico Garda e Valsabbia e dal Tavolo interculturale del Comune di Vobarno, col patrocinio degli assessorati alle Politiche sociali e alla Cultura.

A rompere il ghiaccio è stato El Houssin El Mouss, docente di giurisprudenza islamica che ha definito la convivenza quale destino comune fra diverse culture e religioni declinandone in concreto la realizzazione attraverso il vivere nella giustizia, il rafforzare e mantenere con il prossimo rapporti benevoli ed educare i figli alla tolleranza e al rispetto delle diversità, qualsiasi esse siano.

L'esperta di storia del Nordafrica Rahma Tuiras
, citando il versetto del Corano "Chi uccide un'anima è come se avvesse ucciso un'umanità intera", non solo ha condannato ogni forma di violenza, ma ha anche sottolineato che confondere la comunità musulmana con gli estremisti violenti significa fare il gioco dei terroristi.

Ripercorrendo sinteticamente i periodi storici
, ha illustrato esempi di convivenza e riconoscimento delle diversità, sottolineando quanto nel corso dei secoli sia migliorata la cultura della giustizia sociale e della convivenza.
Marocchina di origine, ha concluso il suo intervento spiegando come in Marocco ci sia una convivenza ormai secolare fra musulmani ed ebrei, al punto che alcuni ebrei, circa 40.000 in tutto il Paese, ricoprono cariche strategiche, anche vicine al Re.

A concludere la serie di approfondimenti, Don Fabio Corazzina, parroco di S.Maria in Silva a Brescia e coordinatore di Pax Christi.
La sua riflessione è cominciata con la constatazione che la convivenza non sia una scelta, bensì una realtà.
Da qui la necessità di prendere coscienza che ogni parola, ogni gesto pesano più di quanto possiamo immaginare: pertanto ha esortato a domandarci sempre quale peso hanno ogni parola e ogni gesto che stiamo per fare.

Con fermezza, ha sottolineato che non vi è alcuna giustificazione nemmeno minima nei confronti della violenza, ed ha invitato a prendere sempre le distanze dalla violenza, sempre e attivamente, perchè diventerebbe un comportamento vigliacco anche il solo silenzio.

I cardini su cui si dovrebbero poggiare le basi della convivenza sono l'educazione, tema sul quale si gioca il futuro, l'amore quale prezioso strumento per la vita familiare, una legislazione attenta, il perdono quale atto comunitario che implica da un lato la ricerca della verità e della giustizia, dall'altro diventa mezzo per volgere lo sguardo al futuro con fiducia.

Don Fabio ha terminato il suo intervento con un'affermazione che sembra volerla scolpire nelle nostre menti:
"La vera rivoluzione avverrà quando ci sarà la volontà di rompere il cerchio del male".


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