Un Consiglio sull'Eridio
di Alessandro Vaglia

Giovedì 22 gennaio, il Consiglio comunale di Idro, su richiesta della minoranza, è stato convocato per disquisire delle vicende del lago. Vallesabbianews non c'era, questo è un resoconto di parte. Qualora pervenissero, pubblicheremo volentieri anche altri contributi



Gli intervenuti sono stati il sindaco Nabaffa, i consiglieri di maggioranza Valter Zecchi e Matteo Rovatti i consiglieri di minoranza Augusta Salvaterra, Andrea Bona, Stefano Zambelli con alla fine un inaspettato e benvenuto rientro del ex sindaco Giuliano Rizzardi che, proprio non sopportando più ricostruzioni farsesche e per nulla veritiere della storia, ha rimesso alcuni tasselli al posto giusto.

Sono entrato al consiglio in ritardo, quando il sindaco di Idro ha offerto un inaspettato assist alla minoranza, negando l’esposizione dei documenti, che sono stati solo posticipati al termine delle due arringhe dei consiglieri di maggioranza.

Perché assist?
Perché ciò che è stato impedito di leggere è stato interamente letto al termine e si sa, ciò che resta è il risultato.

In effetti il messaggio, questa volta, è passato, la revisione storica dei fatti, inquinati intenzionalmente da misfatti e parziali visioni edulcorate da interessi privati, ha rimesso in campo i veri attori di quella storia e i loro di fatti.

Valter ha cercato di dipingere un quadro della storia con tinte anche forti, suggestive direi, si è adoperato, con enciclopedico sforzo, per identificare il progetto preliminare delle Opere con l’ADP2008, preliminare che  fu l’inevitabile conseguenza del pronunciamento del RID ancora nel 2005, prima dell’ADP2008.

L’impianto logico accusatorio si sviluppa su due piani distinti ma complementari.
Da una parte far credere che l’imposizione delle opere al lago non sia prodotto della Regione, bensì della vecchia amministrazione Salvaterra.
Dall’altra far credere appunto che il progetto preliminare e l’ADP2008 siano parti della stessa mente o medesima mentalità.

Valter, con enfasi retorica degna del maestro Cicerone, è passato in rassegna ad alcuni pronunciamenti dell’allora giunta Salvaterra, estrapolandoli dal loro contesto storico, stravolgendone così i diversi nessi, invece necessari per una storia congruente.

Ha sostanzialmente ricusato, secondo sua ricostruzione storica, l’accusa dell’imposizione che oggi il comune d’Idro dovrà subire passivamente con le Opere della Regione, rigettando ogni responsabilità, delle stesse, alla vecchia amministrazione.

Questo in sintesi il pensiero: “Idro, con la vecchia amministrazione, quindi non solo la Regione, ha voluto le Opere, quindi di quale imposizione venite ad accusarci proprio voi che siete gli artefici di un accordo che ha sancito le Opere?”

Senonché il diavolo fa le pentole ma si dimentica di fare i coperchi.

Tengo a precisare che a Idro non vivono solo quattro pesci in difesa del proprio lago, ma anche menti finissime e le cose, che ora vado esponendo, non sono certo delle novità, quindi dirò anche delle ovvietà che infatti il pubblico presente era già disposto da anni ad ascoltare e voleva sentire e ha finalmente sentito con il tono che gli si deve.

Valter ha concluso la sua disamina in poco più di 35 minuti accusando in definitiva la minoranza, che in qualche modo è espressione dell’allora maggioranza, di “connivenza a quella che la minoranza definisce, per Valter impropriamente, come  imposizione delle Opere”.

Matteo è stato molto più prudente nei contenuti della sua disamina: con tono tribunizio, anche se più adatto in luogo tribunalizio, ha difeso i ricorsi fatti come unico atto cosciente di un’amministrazione coerente al proprio dovere nei confronti di chi li ha assunti.

Ha mosso il suo dire dai ricorsi, mostrandone e giustificandone la loro sacrosanta definizione, come unica soluzione al contenzioso con la Regione, provocato dallo “sciagurato” accordo di programma.

Come prima obiezione a quello “sciagurato accordo di programma” mi viene in mente il ricorso che ha difeso Rovatti, ricorso in cui si difende a spada tratta proprio quello “sciagurato accordo di programma”: forse che in tempi diversi una stessa cosa è e non è? Questo è l’impossibile ed ogni argomentazione che presuppone come sua struttura la contraddizione non può che risultare un’argomentazione falsa .

Infatti, le cose non stanno così e la maggioranza lo sa, per questo oggi cerca accordi sottobanco con la minoranza, non sapendo per altro che pesci pigliare.

Suggerisco invece alla maggioranza di tentare le vie possibili alla luce del sole, non è prendendo in giro il proprio elettorato che si arriva ai loro obiettivi.

Ma veniamo ai fatti:
Augusta, contrariamente alle  vicende pubbliche recenti, onde si mostrava piuttosto remissiva e contratta, diventa quello che è sempre in fondo stata, ferma e risoluta.

Legge così i fatti:
L’accordo di programma non è il preliminare delle opere, ma il risultato di quel preliminare, risultato che il comune ha voluto per governare gli eventi in corso e non per subirli passivamente, eventi che sono il risultato di un destino del lago non voluto dall’amministrazione, ma dal RID (registro italiano dighe) ancora 3 anni prima quell’accordo, RID che ha sancito la loro esecuzione dopo un  sopralluogo e perizia. Perizia che ha partorito in quel mentre le opere.

Ogni rilettura di quel momento è pura fantasia, le opere andavano rifatte.

E’ chiaro, quindi, che l’azione identificatrice tra accordo e preliminare, proposta dall’interpretazione del Valter, è il risultato di una volontà e non di una verità, il tentativo è quello di negare la capacità di governare gli eventi che effettivamente quell’amministrazione governò, si vuole  confondere effetti con cause e scambiare gli inizi con i risultati.

In verità l’amministrazione di allora, da me presieduta, dice Augusta, valutati i fatti, decise dunque, in primo luogo, di rafforzare la propria posizione costruendo (insieme agli altri) l’unione dei comuni del Lago, spingendo con forza verso la realizzazione di un nuovo più autorevole soggetto politico, capace di esprimere con un’unica voce le istanze dell’intera comunità del Lago.

Grazie all’aggregazione dei Comuni, le popolazioni del Lago acquisirono la possibilità di partecipare da protagoniste al tavolo delle trattative con la Regione.
In particolare, ci si propose quale obiettivo la definizione di una Regola condivisa per la gestione del Lago.
Con la forza dell’unione dei comuni e il sostegno della popolazione, vennero poste sotto pressione le istituzioni giungendo all’accordo prefettizio del 2007 che, per la prima volta, ridusse l’escursione dei livelli a 1,30m e impose la tutela del deflusso minimo vitale dall’incile del Lago.

L’accordo prefettizio aveva però il limite di una scadenza e la concreta possibilità che le contropressioni di tutti quei soggetti che erano contrari ad una condivisa e rispettosa gestione del Lago potesse ridimensionare le importanti conquiste ottenute, ci indusse a consolidare quelle posizioni raggiunte aderendo e producendo assieme alle diverse istituzioni l’ADP del 2008, dopo che era stata bocciata la proposta di indire un referendum popolare, per l’allora opposizione di Nabaffa e Rovatti, e dopo che non erano state ritenute percorribili soluzioni tecniche alternative.

Cosa Valter sottace e perché la sua versione è intenzionalmente falsa:

L’ADP2008 è un accordo che, per la prima volta, affronta le problematiche del Lago in chiave sistemica, subordinando soprattutto la realizzazione delle nuove opere all’osservanza di alcune garanzie fondamentali per il rispetto del Lago e, in particolare, del suo deflusso minimo vitale.
Vengono introdotte (che l’ADP2008 introduce) garanzie che non erano previste nel progetto preliminare:

Lo (1)“stramazzo” (soglia fissa) all’imbocco della nuova galleria a quota 367,20;
La (2)costruzione della traversa nel rispetto dello stesso livello di quota di quello esistente quale vincolo più idoneo contro l’eventuale realizzazione della cosiddetta Savanella.

Le opere erano, inoltre, inserite in un contesto più ampio in cui si definivano le azioni da perseguire per la (3)qualità delle acque, il futuro (4)ente gestore, la (5)sicurezza della paleofrana, il (6)rilancio dell’economia turistica mediante investimenti per dieci milioni di euro (per Idro circa tre milioni) e un impegno vincolante per le gravose attività di (7)manutenzione delle rive, spiagge e verde pubblico.

Ci si era dunque posti quale principale obiettivo, quello di consentire che (8)le Istituzioni e i cittadini delle Comunità del Lago rimanessero protagonisti, sia nella fase di realizzazione delle opere che, soprattutto, nella fase successiva di gestione del Lago.

Insomma la buona politica replico io..

Il seguito lo conoscete già, un’amministrazione che non crede alla politica e si affida ai tribunali con ricorsi inutili o presentati in ritardo, strategie che hanno lo scopo di delegittimare le opere di messa in sicurezza destituite di ogni logica, garanzie perse per strada per questo muro contro muro con la Regione, Regione che con le opere non fa altro che seguire le disposizioni del RID ma che, grazie anche all’insipienza delle nuove “strategie  lacustri”, si sta impadronendo del nostro lago tradendo alcune conquiste fatte in precedenza e che andavano tutelate in sede politica.

Voglio a questo punto concludere riferendomi ad un incipit di Matteo sul “suo” principio di verità, ammonendolo che la verità non è un progetto privato, anzi, ogni progetto privato è ciò che più si allontana dalla verità, essendo questa un progetto “comune” e ciò che viene comunemente definito come abuso è ciò che vorrebbe prevaricarla e quando parlo di abuso intendo anche l’abuso privato.

Qualcuno in quel consiglio ha bisbigliato che la gente di Idro non voleva quell’accordo di programma del 2008, qualcuno dice a quel qualcuno che oggi la gente di Idro, che non voleva quell’accordo, ha vinto.

In realtà nessun accordo oggi c’è tra Regione e Idro
, restano infatti solo le Opere come era prima del 2008 e speriamo che restino almeno quelle, altrimenti, oltre che ai mancati accordi e risorse, resteremo anche senza sicurezza.
   
Alessandro Vaglia


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