Bomba Mora
di val.

Le prime segnalazioni ufficiali che riguardano i fumi e i rumori molesti emessi dallo stabilimento gavardese delle Fonderie Mora risalgono al 2003. Messi alle strette, i responsabili hanno fatto delle promesse, solo quelle però


Da allora, infatti, ad ogni esposto si è accoppiata nella sostanza una mancata risposta, se si escludono promesse vaghe di rimedi mai messi in pratica.
Le segnalazioni riguardano la presenza di ferro e di arsenico nelle polveri che ogni giorno si posano sui davanzali delle finestre, vernice delle auto corrosa e via lamentando.

Un’azione da parte dei cittadini, recentemente sostenuti da Legambiente, che si è infittita negli ultimi due anni e ha portato a più ispezioni da parte di Arpa.
Nonostante le irregolarità accertate in più occasioni dall’ente regionale, nulla è cambiato.

Vediamo alcuni dei "passaggi" chiave.

Nel 2012
è un tribunale che si pronuncia, stabilendo il risarcimento ad una ditta, la Legnami Portesi, che aveva lamentato danni causati al legname proprio dalle emissioni polverose delle Fonderie Mora.

A gennaio del 2013 interviene anche Legambiente, a nome dei cittadini, presentando un’istanza al sindaco chiedendo interventi concreti, considerando le datate inadempienze dell’azienda.

A risponere il vicesindaco Bertoloni,
il quale afefrma che Fonderie Mora ha predisposto un progetto per la soluzione delle problematiche. E che chiede tempo a causa di un riassestamento societario in atto.

Viene concordato un incontro che avviene a giugno.
In quell’occasione l’ingegner Mora afferma che il nuovo socio di maggioranza, Camozzi, intende apportare importanti ammodernamenti.
Un progetto di sistemazione che però, farà poi sapere in seguito lo stesso Mora, verrà studiato e formulato senza coinvolgere Legambiente. 

Così si arriva a maggio del 2014 quando anche a seguito delle continue segnalazioni da parte dei cittadini, che lamentano un aumento degli odori, del rumore e della presenza di polveri, Arpa effettua nuove visite ispettive riscontrando violazioni della normativa in più settori.

E’ datato 3 dicembre 2014 l’ultima presa di posizione da parte di Legambiente che, a firma del prof. Raffaele Forgione, dopo aver esposto nei particolari la situazione, chiede nella sostanza al sindaco di Gavardo, ma anche all’Arpa, alla Provincia e all’Asl, di monitorare sistematicamente la situazione, di adottare immediatamente i provvedimenti necessari alla tutela della salute pubblica e dell’ambiente, in presenza di una realtà dichiaratamente al di fuori dei limiti di tollerabilità.

«L’amministrazione comunale di Gavardo e le Fonderie Mora Spa non possono continuare ad ignorare i costi sociali, umani ed ambientali che il perdurare di tale situazione comporta – si legge nel documento di Legambiente -, ma devono collaborare insieme per l’interesse di tutte le parti in gioco, nessuna esclusa».

Nei giorni scorsi
, analoghe richieste sono pervenute ufficialmente in municipio da parte della compagine di minoranza di Gavardo in Movimento.

Anche Gaia ha preso posizione: «Una situazione complicata che Legambiente ha studiato e approfondito e che porta avanti con determinazione, nell'interesse dei gavardesi e dei lavoratori che operano all'interno della ditta – si legge sulla pagina fb del movimento -. Il Comitato ha fornito e fornisce ai cittadini interessati e a Legambiente tutto l'appoggio e il sostegno possibile».

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